Con i suoi sette siti UNESCO e un corredo ineguagliabile di arte, archeologia, gastronomia e bellezze naturali, la Sicilia mette in gioco tutte le sue carte alla vigilia di una stagione estiva tutta da ricalcolare. È un’affannosa e sfidante corsa contro il tempo quella della Regione, che si rimbocca le maniche e tenta così di non farsi cogliere impreparata dopo l’allentamento delle attuali restrizioni.

Proprio in questi giorni sono al vaglio molteplici scenari e incessante è l’impegno dell’Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo. Con una popolazione di circa cinque milioni di abitanti contingentati dalla pandemia, la macchina del turismo siciliano scalda i motori e punta su un’unica direzione: il turismo di prossimità. «Circa il 50% del turismo italiano è costituito dalla presenza straniera e nella medesima percentuale gli italiani trascorrono le vacanze all’estero. Se questi stessi connazionali rimanessero in Italia per le vacanze estive, il turismo nazionale, già gravemente colpito, potrebbe solo tirare un sospiro di sollievo», auspica l’assessore regionale Manlio Messina. In quest’ottica la Regione ha già stanziato cinquanta milioni di euro per sostenere l’intera filiera turistica attraverso l’emissione di voucher a prezzo vantaggioso acquistabili in agenzia di viaggio.

Se per il turismo internazionale le attese sono quindi rinviate direttamente al 2021, si è ancora in tempo per incentivare il desiderio di evasione. «Per quest’anno l’obiettivo non può che essere il mercato interno. Solo in un ulteriore fase, e progressivamente, si potrà allargare l’orizzonte verso il resto dei turisti italiani in base a quanto le disposizioni governative ci consentiranno di fare», aggiunge Messina.

Poche illusioni e molti i punti interrogativi su un’amara realtà in continua evoluzione. Per non infierire ulteriormente sull’economia, le voci da Roma ventilano la possibilità di una mobilità interregionale per macroaree (nord-centro-sud), ma la Regione Sicilia non scioglie ancora la riserva sulla fattibilità delle vacanze neanche per i siciliani oltre lo Stretto ansiosi di rientrare almeno in estate. La soluzione del turismo interno prevede comunque la riapertura di tutte le attività interessate, dalle strutture ricettive alla ristorazione, dai siti di interesse culturale agli stabilimenti balneari. Incerta in termini di accesso e distanziamento sociale appare la gestione delle spiagge libere, di competenza delle singole amministrazioni comunali. E ancora: quali saranno i prezzi delle vecchie abitudini centellinate in accordo alla capacità consentita? Su questo qualsiasi stima è prematura.

Distanti e protetti, ma comunque turisti in casa nostra: l’obiettivo è quello di concedere ai siciliani il meritato svago con le dovute cautele salvaguardando almeno parte dell’indotto turistico. “Entro i primi di maggio sarà pronta una campagna di promozione turistica ad hoc. Stiamo lavorando insieme ai distretti provinciali alla finalizzazione di un modello comune a tutte le realtà dell’Isola”, conclude Messina. Dal canto loro, proattiva è la risposta delle province. Da giorni l’assessore alla Cultura e al Turismo di Siracusa, Fabio Granata ha lanciato sui social l’hashtag #rEstateinSicilia per promuovere la prossima stagione turistica in accordo con la prospettiva regionale di un turismo siciliano autosostenibile. “Approfittando di una proposta unica al mondo, la costrizione assume la forma di un’opportunità per i siciliani di essere viaggiatori in Sicilia, acquisendo così consapevolezza di un prezioso Patrimonio materiale e immateriale, che spesso non hanno ancora visitato”, afferma Granata.

I viaggiatori del Gran Tour erano animati dallo spirito di conoscenza e si spingevano fino in Sicilia alla ricerca dell’Arcadia, un luogo immaginario in cui vivere in armonia con la natura. È qui, è nostra, non ci resta che godercela. Per la risoluzione degli interrogativi invece, restiamo in attesa delle prossime direttive nazionali e regionali.