In migliaia, ieri, si sono dati appuntamento a Comiso per chiedere la pace, come 40 anni fa, nel nome di Pio La Torre, mettendo insieme rappresentanti del mondo del lavoro, associazioni antimafia, cooperazione, società civile, istituzioni.
Tutti uniti dalla necessità di scendere in piazza non solo per onorare la memoria della storica marcia del 1982, ma per chiedere la fine della guerra in Ucraina. “Dobbiamo fare fuori la guerra dal nostro futuro, la mia generazione pensava di averla cancellata – ha detto dal palco della manifestazione Vito Lo Monaco, presidente del Centro studi Pio La Torre – 40 anni fa eravamo qui, a Comiso, in un grande movimento unitario contro l’installazione dei missili Cruise e il Patto di Varsavia. Oggi, come allora, qui si sono dati appuntamento associazioni di ogni tipo, studenti, sindacati, sindaci, rappresentanti religiosi, buddisti e islamici per ribadire un no compatto alla guerra in Ucraina. Solo con la pace si possono garantire democrazia e libertà e sconfiggere le mafie, le uniche a beneficiare dei conflitti e del riarmo”. “Torniamo qui per ribadire che Comiso è un luogo internazionale di pace e che la memoria è importante – ha aggiunto il presidente Lo Monaco – nel 2014 il nome di Pio La Torre è tornato sull’aeroporto di questa città che un’amministrazione di centrodestra aveva invece scelto di cancellare, intitolando lo scalo al generale Vincenzo Magliocco. L’impegno pacifista di Pio La Torre è qui”.
L’appello a partecipare alla marcia lanciato dai promotori è stato condiviso da associazioni, istituzioni, partiti ed esponenti politici e della società civile. Tra le adesioni quelle di molti eurodeputati e Comuni della Sicilia. Il corteo partito dal parco Baden Powell ha raggiunto piazza Fonte Diana, per la manifestazione conclusiva. Il segretario provinciale della Cgil, Giuseppe Scifo, ha dato il benvenuto a Comiso ai partecipanti alla manifestazione insieme al sindaco Maria Rosa Schembari. “Quarant’anni fa, mentre si lottava per il timore di una guerra nucleare – ha detto il sindaco – mai avremmo immaginato di ritrovarci dopo quarant’anni con una guerra vera alle porte. La guerra è morte, la guerra è schifo”. Momento toccante quando sul palco è salito il monaco buddista Gyosho Morishita, giunto a Comiso nei primi anni ’80 per partecipare e promuovere le manifestazioni pacifiste. Morishita con il suo tamburo ha lanciato un messaggio di pace.