Renato Schifani è partito, lancia in resta, contro la Corte dei Conti che si ostina a non esprimere il giudizio di parifica sul rendiconto del 2021. I giudici contabili aspettano che, sulla spalmatura dl 2,3 miliardi di disavanzo in dieci anni anziché in tre, si esprima la Corte Costituzionale. Ma il presidente della Regione non ci sta ed è passato al contrattacco. Per carità, è un suo diritto. Resta però il fatto che Palazzo d’Orleans diventa sempre più insofferente nei confronti delle regole. Gli esempi – gli scandali, stavo per dire – non mancano. L’ultimo caso è quello dell’Orchestra sinfonica e della nomina di un sovrintendente incompatibile con le disposizioni di una legge varata per evitare i conflitti di interesse. Indovinate chi è il consigliere – o il Bullo – che ispira il governatore nei suoi delicati rapporti con le norme e gli organi di controllo.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Non sopportano più né regole né controlli
corte costituzionalecorte dei contidisavanzogaetano armaoparificarenato schifani
-
Articoli Correlati
-
Calenda paga il conto
anche dell’errore sicilianoBen gli sta, verrebbe da dire. Fino a pochi mesi fa i talk-show lo presentavano…
-
Con Giuli si riapre
la partita del MassimoVai su per la scalinata del Teatro Massimo, attraversi il foyer, ti immergi nella magnificenza…
-
Montecitorio raccoglie
l’eredità di don PuglisiGrati a chi ha raccolto la sua eredità”, ha detto il governatore Renato Schifani commemorando…