Nello studio della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si sono allineati diversi pianeti per Giorgia Meloni. C’è tutta una serie di fattori, fortuiti ma anche cercati, che portano la premier a incassare un bottino di tutto rispetto nella trattativa con la tedesca sulle deleghe per Raffaele Fitto, il candidato italiano per Palazzo Berlaymont. C’è l’interesse di von der Leyen a mantenere la premier nel campo europeista, nonostante il voto contrario di Fratelli d’Italia a luglio sulla riconferma per la presidenza della Commissione. C’è l’idea di Ursula di usare Meloni in funzione anti-Orbán e anti-Salvini. C’è che l’Italia non ha una vicepresidenza della Commissione europea da dieci anni – all’epoca di Antonio Tajani commissario Ue per i Trasporti, quando peraltro non esistevano le vicepresidenze esecutive. C’è che Fitto è noto a Bruxelles, stimato, con un passato democristiano, dunque del Ppe. E c’è che, viene valutato, con una delega all’Economia sarebbe meno “offensivo” del socialista Paolo Gentiloni, che avrebbe voluto un altro Patto di stabilità, con una minore dose di austerity di quella imposta dalla Germania. Continua su Huffington Post