L’ultimo caso, il più clamoroso, è scoppiato un paio di mesi fa trasformando un’insegnante trapanese – colta, erudita, curiosa, di bella scrittura – nella star dei best seller italiani: e così Stefania Auci con la sua idea forse non originalissima ma che comunque a nessuno era venuto di metter nero su bianco, quella di trasformare in una saga popolare la storia trita e ritrita sotto altri profili della famiglia Florio, ha scalato le classifiche di vendita, tampina Camilleri, il suo romanzo – «I leoni di Sicilia» – è stato tradotto in una decina di Paesi e ne verrà ricavata una serie televisiva. Lei intanto ha messo mano al “sequel”.
Eccellenze siciliane, nascono così, spesso per caso. E la sorpresa è ancora più grande da quando i giornalisti non fanno più il loro mestiere, quello di ficcanaso, nelle case editrici, nei teatrini di capienza minima, ai concorsi musicali, nei pub dove suonano le band. Poi, fortuita, nasce l’occasione e si grida al miracolo per un libro, uno spettacolo, un acuto, un riff di chitarra.
Per restare nel tema della scrittura, l’altro bel colpo questa estate lo ha piazzato Nadia Terranova, quarantenne messinese che è entrata nella cinquina finalista del Premio Strega con «Addio fantasmi», prestigioso il marchio di fabbrica, Einaudi. Insegnante come la Auci è Dario Levantino, 33 anni, palermitano che ha fatto il botto con «Di niente e di nessuno» pubblicato da Fazi, storia di un’adolescenza difficile a Brancaccio così gradita ai lettori che anche lui sta lavorando al “sequel” che vedrà la luce a novembre («Cuore bomba»). Di prossima uscita, sempre da Fazi, dovrebbe essere il nuovo romanzo di Daniele Zito («Robledo», «Catania non guarda il mare»), siracusano, poco più che quarantenne. Un bel successo ha avuto «Cosa vedi», la fantaPalermo dai colori quasi postapocalittici disegnata da Vanessa Ambrosecchio edito da Il Palindromo che ha pubblicato anche «Suite per quarti di vacca», l’ultimo libro del cinquantacinquenne Nino Vetri, palermitano, amatissimo dai lettori tedeschi.
Nella musica e nella danza le eccellenze siciliane girano il mondo. Desirée Rancatore, Laura Giordano e Nicola Alaimo se li contendono ormai i teatri lirici più importanti d’Europa con diverse puntatine anche fuori dal Vecchio Continente. Ma sovrintendenti e direttori artistici tengono d’occhio l’emergente Roberta Mantegna, 31 anni, palermitana, che si è perfezionata con la Scotto a Santa Cecilia, il regista Roberto Catalano, 34 anni, palermitano anche lui, di acclamato talento, che è cresciuto come assistente di grandi firme al Massimo e si è poi fatto le ossa nei teatri di tradizione italiani, il trentaduenne direttore d’orchestra Alberto Maniaci, anche lui maturato tra gli stucchi e i velluti di piazza Verdi. Sono già sul sentiero di una carriera internazionale due tenori poco più che trentenni: il ragusano Enea Scala e il palermitano Giorgio Misseri, applauditissimi da Venezia a Parigi, da Berlino a Napoli. Nella danza incanta già da tre stagioni il pubblico dell’Opéra di Parigi Andrea Sarri, 21 anni, arrivato da Palermo e avviato a successi internazionali su quello stesso palcoscenico che ha consacrato la concittadina Eleonora Abbagnato.
Nel teatro fra le nuove attrici riconosciute a livello nazionale (e cariche già di premi) ci sono due marsalesi, anche loro intorno alla trentina o poco più, Luana Rondinelli e Laura Gusmano che alcuni dei loro spettacoli se li scrivono pure, la prima applaudita in tutta Italia con il suo «Taddarite», l’altra in giro per lo Stivale con il suo «Mozza». Trentacinquenne è Chiara Muscato, palermitana, che si divide alacremente fra teatro e televisione. Due promesse già su un’ottima strada sono due ex allievi di Emma Dante usciti dalla Scuola dei Mestieri dello Spettacolo dello Stabile palermitano, Federica D’Amore e Alessandro Ienzi, quest’ultimo anche autore del suo ultimo spettacolo, «Apocalisse». Volto popolarissimo in tv è quello di Dario Aita («Questo nostro amore» e «La mafia uccide solo d’estate»). Infine c’è un trio di cantanti-attrici-ballerine avviate verso la strada del musical, le Silverlings, al secolo Giulia Tarantino, Livia Paolazzi e Sara Pennino, ex allieve dell’Accademia Internazionale del Musical di Palermo, appena reduci da uno stage a Broadway per le quali erano state selezionate.
Nel pop e dintorni i più accreditati a livello nazionale sono Colapesce (vero nome Lorenzo Urciullo, da Solarino) e Dimartino (Antonio Di Martino, da Misilmeri) il cui ultimo disco, «Afrodite», è dallo scorso inverno lanciatissimo e strapassato nelle radio (il produttore è Matteo Cantaluppi, lo stesso dei Thegiornalisti). E poi Alessio Bondì, palermitano, anche lui di successo ormai certificato. Anche loro – come come quasi tutte le nuove «eccellenze» isolane – nella generazione fra i 30 e i 40.