Ieri la scuola è ufficialmente ripresa con le riunioni dei docenti (alcune a distanza), i consigli di istituto e le indicazioni agli studenti di come sarà il prossimo anno scolastico. Qualche istituto ha già cominciato i corsi di recupero, che entreranno nel vivo nei prossimi giorni, anche se molti si terranno a distanza dato che molte aule non sono ancora disponibili. In Sicilia, ad esempio, ne mancano circa 800.
Dopo che si è trovato un accordo sulla capienza massima dei mezzi di trasporto pubblico (80%), e aver impedito che i ragazzi debbano tenere la mascherina durante le lezioni (ma dovranno rispettare il distanziamento di un metro), la prima grana da risolvere riguarda il persone. Oggi finisce anche la seconda chiamata, la cosiddetta «chiamata veloce» per poter riempire le quasi 85 mila cattedre che sono rimaste libere lo scorso anno. Ma la situazione appare drammatica. Come riporta il Corriere della Sera, in Campania mancano oltre quattrocento prof di italiano, in Puglia 250 di matematica, mentre in Piemonte è stato riempito solo il 24 per cento delle 6 mila cattedre. Nelle scuole superiori della Toscana su 3700 posti non ne sono stati trovati neppure duecento: ormai quasi ovunque le graduatorie sono vuote. Mancano pure gli insegnanti di sostegno. Ci sarebbero 753 mila supplenti pronti a salire in cattedra: ma le nuove graduatorie provinciali non sono ancora pronte.
In più c’è la categoria dei cosiddetti “lavoratori fragili”. I presidi aspettano ancora indicazioni su come comportarsi con le richieste di «esonero» da parte di quegli insegnanti o operatori ausiliari che per motivi di salute non vorrebbero dover tornare a scuola. L’istituto superiore di Sanità sta compilando un documento con le regole da seguire. Il lavoratore dovrà dimostrare di essere affetto da una «patologia a scarso compenso clinico” e cioè da malattie cardiovascolari, respiratorie e dismetaboliche o a carico del sistema immunitario o quelle oncologiche (indipendentemente dall’età). Toccherà all’Inail certificare “la fragilità”.