Silvana Saguto è stata assolta perché “il fatto non sussiste”. E’ arrivata stamattina la sentenza di assoluzione con formula piena nei confronti della ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, accusata di aver imposto all’amministratore giudiziario dell’hotel Torre Artale, nel 2012, l’assunzione di un coadiutore, Mario Caniglia, “senza alcuna esperienza in materia economico aziendale”. L’amministratore Salvatore Benanti raccontò di essersi opposto alla richiesta, ma scattò subito il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio. Doveva essere l’amministratore giudiziario a chiedere al giudice la nomina di un collaboratore. L’accusa aveva chiesto un anno e quattro mesi. Ma oggi è arrivato il verdetto che sorride alla Saguto. Ha vinto la linea del collegio difensivo composto dagli avvocati Ninni Reina, Antonio Sottosanti e Giuseppe Reina, secondo cui non fu la Saguto, da sola, a decidere la nomina del coadiutore, ma si trattò di una decisione collegiale. Quello che si è concluso oggi è uno dei tre processi che ha comportato la radiazione dalla magistratura di Silvana Saguto. Il più importante riguarda la mala gestione dei beni confiscati alla mafia.