Non ci sono più i parlamentari spregiudicati di una volta. Quelli della XVIII legislatura hanno un po’ di fifa, specie quando si pone la questione delle prebende: come distribuirle senza che nessuno se ne accorga o protesti? E così ecco lo strumento utilizzato nell’ultima manovrina, la Finanziaria-quater, che ha varcato il portone di Sala d’Ercole qualche giorno fa (accolta con giubilo anche dal governo): il contributo in incognito. Come riportava ieri il Giornale di Sicilia, due milioni sono stati stanziati in un capitolo di bilancio dell’assessorato al Turismo, sotto la voce ‘organizzazione di eventi e pubblicità’. Ma non c’è voluto molto a scoprire che quei soldi erano destinati alla copertura di un indimenticabile Capodanno, da organizzare a Catania.

Sarebbe potuta andare peggio: le prime voci parlavano di una scelta sui generis, Paternò, l’epicentro del potere siciliano (è la cittadina di Ignazio La Russa e del suo allievo, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno). Così l’assessore all’Economia Dagnino ci ha subito tenuto a precisare che la manifestazione, da organizzare con un partner d’eccezione, si terrà nella città etnea. Ecco, il partner: dovrebbe trattarsi di Mediaset, che non ha ancora la sede ufficiale per i trenini di San Silvestro. Sarebbe, peraltro, la risposta perfetta a Mamma Rai, che quest’anno ha individuato la piazza di Reggio Calabria. Sarebbe anche un modo, per Schifani, di rivalersi sul collega governatore Roberto Occhiuto, che ha già provato a strappargli (fin qui senza successo, ma non è finita) la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, dopo essersi preso il ruolo di vicesegretario nazionale di Forza Italia, cui ambiva Re Renato.

Ma forse rischiamo di allontanarci troppo dall’obiettivo, che è e resta indagare le modalità con cui alla Regione si spartiscono i piccioli destinati alla promozione turistica. Senza gara e senza trasparenza. Per questo – a seguito dello scandalo e delle parolacce di Auteri – la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta per capire se è tutto in regola, oppure, come denuncia un cartello di 31 associazioni tagliate fuori da tutto, non lo è. Nel frattempo si procede come se niente fosse. In incognito. Nella manovra-ter di fine luglio, denominata “Interventi finanziari urgenti (n.771/A)”, all’articolo 44 vengono stanziati 8,5 milioni per “l’erogazione di contributi straordinari finalizzati alla realizzazione di investimenti e interventi nel settore del turismo”. Senza ulteriori spiegazioni o tabelle.

Una grande suk da cui sarà impossibile – almeno per i non addetti ai lavori – estrarre ogni singolo intervento, quantificarne i costi e le ricadute in termini di aumento dei flussi turistici. Di quell’enorme quantità di denaro, una parte è stata destinata all’iniziativa di Schifani “Vivi la Sicilia tutto l’anno”, salutata qualche giorno fa con una nota ufficiale di Palazzo d’Orleans. Ricordate la siccità e il New York Times? Il presidente della Regione bollò come “fake news” gli articoli del principale organo di stampa americano, che analizzavano la situazione siciliana (intervistando anche Cocina, il capo della Protezione civile); aggiungendo che in poco tempo avrebbe dato “un messaggio a tutta la comunità internazionale per spiegare come stanno le cose”. Le cose non sono cambiate di una virgola, anzi sono peggiorate giacché molte famiglie sono costrette ai bidoni e alle autobotti.

Ma Schifani ha comunque proseguito sulla sua strada, facendo finanziare un progetto (il decreto iniziale stanziava poco più di 100 mila euro) per una campagna di comunicazione – l’ennesima – utile a promuovere la destagionalizzazione turistica: essa prevede video e contenuti fotografici, diffusi su piattaforme digitali e tradizionali, per raccontare l’esperienza di un gruppo di giovani che si trovano in vacanza in Sicilia durante la stagione autunnale. “Raccontiamo la nostra terra come un caleidoscopio di colori, natura, esperienze e cultura di cui godere praticamente tutto l’anno”, ha detto il governatore. In Italia la promozione è iniziata il 4 novembre su Google e YouTube, sui canali social, con contenuti organici e con campagne sponsorizzate su Meta (Facebook e Instagram), LinkedIn e TikTok, e si rafforzerà da metà novembre, per 14 giorni, con la distribuzione di banner su Corriere.it (Cairo c’entra sempre). Fra le tante iniziative assunte all’estero, ne spicca una in particolare: da metà novembre il video sarà trasmesso sul display di Times Square, a New York, per 10 giorni con 22 passaggi giornalieri. Sarà per convincere gli americani che il NYT racconta bufale?

L’effetto domino di questa vocazione mediatica ha portato, la scorsa estate, a un paradosso milionario: l’organizzazione di due concerti del Volo (uno dei quali per la distribuzione negli USA), alla Valle dei Templi, come fosse la sera di Natale. Tutti col giaccone per garantire le riprese televisive. Costo totale dell’operazione: 900 mila euro a valere sul bilancio regionale, 300 mila di contributo dal Ministero del Turismo della Santanché. In quei giorni, “per tutelare l’importante patrimonio archeologico e storico-artistico del sito”, gli organi competenti hanno autorizzato un numero massimo di posti a sedere (600 per sera) e richiesto, per motivi di sicurezza, la sospensione delle visite dell’area archeologica e paesaggistica della Valle dei Templi. Lo spettacolo, che ha attirato la satira di un Paese intero (qualcuno si è presentato col colbacco nonostante i trenta gradi), andrà in onda su Canale 5 (e dove sennò) alla vigilia di Natale.

Anche in questo caso è difficile, se non impossibile, misurare le ricadute turistiche. Questi eventi-spot non fanno parte di una strategia precisa, ma sembrano congegnati per venire incontro a bisogni estemporanei. Non che le grandi iniziative pensate dal precedente governo, strutturate su più anni, abbiano dato grossi risultati: consultare la voce SeeSicily per maggiori informazioni. Eppure, nonostante gli scandali, gli imbarazzanti malintesi, le bocciature della Commissione europea, le inchieste della Corte dei Conti, il governo continua a fare il proprio gioco. E i deputati non esitano a fare lo stesso. Così come Fratelli d’Italia, che dall’alto della sua impunità, se ne lava le mani. I patrioti hanno l’assessore al Turismo, quello ai Beni culturali, il presidente della Commissione cultura dell’Ars, hanno persino Carlo Auteri (che ieri si è autosospeso dal partito per salvare la faccia)… eppure non si sentono mai responsabili.