La legge contro il crack si poteva scrivere in due giorni e approvare nel giro di una settimana: la chiedeva un esercito di vite bruciate, la invocava con forza l’arcivescovo di Palermo, erano d’accordo tutti i gruppi politici. Ma la Regione, si sa, non è fatta per risolvere i problemi. All’apparenza è una macchina ricca e lussuosa: una Rolls-Royce. Ma con un problema: ha il motore fuso. L’Assemblea regionale non cava un ragno dal buco e Palazzo d’Orleans non sa più pensare a una norma che non sia una torta da spartire. Poi ci sono i capricci e gli spagnolismi di un taglianastri come Renato Schifani. Dopo un anno la legge contro il crack sembrava già pronta ma la fumata bianca è dovuta slittare di un giorno perché il governatore e la sua corte non erano in aula. Non succedeva nemmeno nella corrotta Bisanzio. Succede nella Sicilia dei saltimbanco e dei riccastri.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Non accadeva neppure nella corrotta Bisanzio
-
Articoli Correlati
-
Caro ministro Giuli
liberaci dai pagnottistiNon gli è bastato il disastro dell’Orchestra Sinfonica, allo sbando da oltre due anni. E…
-
Il detto e il non detto
nella notte degli azzurriChi crede più nei comunicati stampa? Nessuno: sarebbe come credere che da una pietra, all’improvviso,…
-
Una strigliata d’amore
per il Trapani calcioLe strigliate di Renato Schifani non fanno più notizia: sono un tributo che il presidente…