Ora, generalizzazione per generalizzazione (molto in voga, ahinoi, attualmente): per quel che ne so, se c’è qualcuno che è difficile prendere per il culo, questo è il palermitano. Non sono io a decretarlo, ma il lessico, gli adagi popolari che parlano per lui, per la sua atavica diffidenza. E ne esistono di densissime, di sparate del genere, quasi micro-sceneggiature.
Esempio: “U discursu è bello, ma ’u tavirnaru vuole i picciuli”. Leggasi: parole, parole, parole, e io che ci guadagno? Ci sai fare, tu, con le promesse, ma finché non vedo, non credo. E poi: “Che ti pare, che mi pigli dei turchi?”. Questa è più complessa (ancorché sgangherata): chi è colto alla sprovvista si sente “preso dai turchi” (memoria di antiche invasioni); ne consegue che l’aspirante raggiratore, propalando meraviglie, “ti prende dei turchi”. Meglio capire con chi si ha a che fare, “tastarici i pusa” (saggiargli i battiti del polso, suppergiù).
È aperto alle novità, il palermitano, eppure guardingo: la storia gli ha insegnato che all’apice dei ponti d’oro sovente s’acquatta la fregatura. Perciò, per distinguere se stesso da chi non eccelle in acume, ha inventato un termine-cardine, sfaccettato, che come lo giri sfavilla di sentimenti ossimorici. Cioè “fissa” (per quelli “di fuori”, leggasi “babbeo”), da intendersi con innumerevoli sfumature: dalla compassione all’irrisione, dalla pacca sulle spalle all’artigliata approfittatrice verso il gonzo. Gustosi gli accostamenti: “fissa comu ’a calia” (fesso come i ceci tostati, irresistibili nella loro semplicità); “fissa cu’ buotto” (di un candore eclatante, annunciato da uno scoppio di petardo e congedato con un rullare di grancassa).
Ed è tutto: il palermitano farebbe carte false pur di non risultare ingenuo, tonto, credulone. Ecco, forse sta qui il busillis che lo ha visto, ai seggi elettorali, incantato dai gialloverdi, chi dalla Lega, chi dai Cinquestelle. Era nella fase di apertura alle novità. E adesso, soprattutto, è caparbio nel rivendicare, tra un social e l’altro, la bontà della propria scelta anche di fronte alle evidenze più smaccate, alla crescente e quotidiana dimostrazione che trattasi di un “ballon d’essai”. Perché fissa è chi la figura del fissa fa. L’unica via di fuga è negare, allora, rimescolare le carte, mai ammettere, cadere sempre in piedi. In questo, l’elettore palermitano gialloverde è in perfetta sintonia con l’attuale governo e con una nutrita fetta dei propri connazionali. Fesso sì, ma pigliato dai turchi, “picchì?”.