È stata un’indicazione importante, che ha richiesto tempo. Ma alla fine il nome del nuovo direttore del Salone del Libro è arrivato: a guidare la kermesse libraria nel triennio 2024-26 sarà la giornalista e scrittrice Annalena Benini. Ferrarese classe 1975, trapiantata a Roma, la nuova guida dell’evento principe dell’editoria nostrana scrive per Il Foglio dal 2001, occupandosi di cultura, storie, persone e libri. Ha fondato e cura l’inserto settimanale Il Figlio, che è anche un podcast con la sua voce, e la rivista culturale Review. Ha pubblicato La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura (Rizzoli, 2018), mentre per la Rai ha scritto e condotto i programmi televisivi Romanzo italiano e Pietre d’inciampo. Il suo ultimo libro, in uscita per Einaudi, è Annalena, un romanzo in bilico tra biografia e saga familiare che conduce a una scoperta entusiasmante e complessa: il pensiero più libero e coraggioso del Novecento è un pensiero femminile.
La nomina del successore di Nicola Lagioia al timone del SalTo – dicevamo – non è stata né subitanea né priva di ostacoli. Alla manifestazione d’interesse, pubblicata lo scorso 21 novembre, avevano risposto 53 candidati: il prescelto doveva essere annunciato prima di Natale, poi si era slittati a gennaio, e così di settimana in settimana fino al rifiuto dello scrittore Paolo Giordano. Alla proposta di assumere la guida della manifestazione in tandem con la collega Elena Loewenthal, il premio Strega aveva detto “no” lamentando ingerenze politiche romane. “Non ci sono le condizioni di indipendenza e serenità con cui iniziare un percorso così importante”, erano state le parole di Giordano, che non ha celato timore per un eventuale condizionamento nelle scelte, non tanto da parte di Loewenthal, quanto da esponenti culturali dell’area di destra che avrebbero potuto trovare posto nel comitato editoriale, come Giordano Bruno Guerri, Marcello Veneziani, Pierangelo Buttafuoco e Francesco Borgonovo. Sull’onda delle polemiche, Comune di Torino e Regione Piemonte hanno deciso di voltare pagina imboccando, in accordo con i privati del Salone, la strada della chiamata diretta per preservare la libertà e l’indipendenza alla kermesse. A nominare un nuovo direttore – trascorso un periodo di decantazione – sarebbe stato un triumvirato composto esclusivamente dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo, dal presidente della Regione Alberto Cirio e da Silvio Viale, legale rappresentante dell’Associazione Torino Città del libro, detentrice del marchio della manifestazione dal 2018. Continua sull’Huffington Post