Mappa Gualtieri e mappa Salvini, mappa il presidente lombardo Attilio Fontana, mappa il ministro Adolfo Urso e mappa pure il ministero del turismo. Dalle licenze dei balneari a quelle dei tassisti, al governo comunale, regionale e nazionale è tutto un mappare, censire, calcolare, contare, schedare, stimare e rilevare. Il sindaco di Roma deve redistribuire centocinquanta licenze di tassisti deceduti. E che fa? “uno studio”. Il ministero dei trasporti dice di essere determinato a risolvere la penuria di tassì a Roma e Milano. E che dice? “è stato deciso un approfondimento”. Ora noi abbiamo un grande e referente rispetto per la meditazione, ma una qualche impazienza davanti a questi fondisti del calcolo e della valutazione ogni tanto ci coglie, specie mentre stiamo sudati in fila alla conquista di un tassì che a Termini dà luogo a sbracciamenti selvaggi, soprusi, abbiette suppliche ed eroismi da medaglia al valore. Intendiamoci, da lettori di fantascienza siamo affascinati dal tempo che si dilata e dilata senza mai venire al dunque, ma preferiremmo non vivere in un romanzo di Lovecraft, quindi: se i nostri governanti “mappassero” un po’ più rapidamente gliene saremmo grati.
Tuttavia secondo George Bernard Shaw le patacche si dividono in cinque categorie: la patacca semplice, le previsioni del tempo, le patacche diplomatiche, le statistiche e le mappature. Il che ovviamente depone assai male su quello che sta accadendo. E ieri abbiamo pure letto questa dichiarazione dell’on. Riccardo De Corato, esponente storico di FdI, ex assessore in Lombardia, già vicesindaco di Milano: “I tassisti mi hanno spiegato che il problema non sono le licenze, ma il traffico e i cantieri stradali”. Ecco. Il problema è il “traffico”, come diceva pure Jonny Stecchino.
Si sciolgono i ghiacciai, cambiano le stagioni, ma sappiamo che i tassisti, a Roma di sicuro, votano FdI e fanno scoppiare i petardi sotto Palazzo Chigi appena sentono parlare di nuove licenze. Quindi va da sé che il problema, per FdI, è senza dubbio “il traffico”. Sicché, non pensavamo che l’avremmo mai detto, ma l’unica speranza è Salvini. Poiché i tassisti votano Meloni, e lui è incline alla marachella, può darsi che stavolta l’interesse collettivo corrisponda con la sua voglia di fare un altro dispetto alla premier. Forza Matteo, mappali tutti!