“Come si può pensare di vivere senza la musica? La vita senza la musica sarebbe un errore”, disse Nietzsche, a confermarlo è Nicola Alaimo, straordinario baritono siciliano, di Villabate, 40 anni, al debutto in questi giorni con il Rigoletto all’Opéra di Marseille. Un mese di prove, un anno e mezzo di studio del personaggio, “un ruolo complesso e difficile, che penso di non interpretare una seconda volta”, racconta. La passione di Nicola nasce accanto alla nonna paterna, cantante con una laurea in pianoforte al Conservatorio e gli ascolti dei più grandi compositori di musica lirica e classica di tutti i tempi. La sua famiglia non viveva in ottime condizioni economiche, quasi trent’anni fa furono proprio i nonni paterni ad aiutare la famiglia e permettere al giovane prodigio, che oggi si divide tra Pesaro e il resto del mondo, di intraprendere gli studi musicali.
Da Verdi a Bellini, da Puccini a Mozart e Donizetti, quello di Nicola è un talento versatile con una vocalità potente e una grande capacità interpretativa e di recitazione. Apprezzato in tutto il mondo, presto si fa spazio nei più grandi teatri, tra i più grandi direttori d’orchestra come Riccardo Muti, James Levine, Gianluigi Gelmetti e Michele Mariotti, e registi come Damiano Michieletto, Graham Vick e Davide Livermore. E poi c’è Rossini, il suo amore più grande. Nicola vive con moglie e figlie a Pesaro, la città natale del grande compositore italiano, partecipando inoltre a diverse edizioni del Rossini Opera Festival. Il primo debutto è stato il 19 luglio 1997 con Dandini ne “La Cenerentola” dello stesso Rossini.
“Il 95% del mio lavoro è all’estero però mi piacerebbe cantare di più nella mia terra”. Prossimi impegni lo vedranno nuovamente negli Stati Uniti mentre la Francia lo ospiterà ancora dopo le ultime quattro repliche del Rigoletto e una settimana di pausa e i recenti impegni ne “Il Barbiere di Siviglia” all’Opéra National di Parigi, ne “La Cena delle Beffe” e “Il Pirata” al Teatro Alla Scala di Milano, nel “Simon Boccanegra” ad Anversa, nella “Cenerentola”, nel “Trovatore” e “I Masnadieri” a Montecarlo, ne “La Traviata” alla Royal Opera House di Londra, nel “Don Quichotte” all’Opera di Chicago, nel “Falstaff” a Budapest. Se c’è un ruolo che Nicola vorrebbe interpretare, quello è Scarpia nella “Tosca” di Puccini. A gennaio 2020 andrà in scena con il suo personaggio preferito nel teatro della sua città, il Teatro Massimo di Palermo, con “Falstaff”, un personaggio eclettico, moderno, dalle mille sfaccettature in cui si mischiano allegria, narcisismo, tristezza, delusione e rabbia. “Sono felicissimo e non vedo l’ora di portarlo in scena. È un’opera a cui devo molto, con cui ho vinto inoltre il prestigioso Premio Abbiati nel 2016”.