Nessuna gogna per l’indagato

Sono settimane tribolate e ricche di sorprese per Andrea Grassi, indagato di punta nel caso Montante e appena promosso questore a Vibo Valentia, comune calabrese dall’alta densità mafiosa. La nomina del Ministro degli Interni, Marco Minniti, ha lasciato più di una perplessità: la scelta di Grassi, per tempismo, convince il giusto. Fonti del dipartimento di pubblica sicurezza ribadiscono “il rispetto per il lavoro dei magistrati” ma aggiungono che “le informazioni in nostro possesso non confliggono con una nomina che premia la professionalità di un collega di grande valore”. Insomma, ad essere premiati sono i meriti del superpoliziotto Grassi, al di sopra di qualsiasi sospetto (perché di questo, al momento, si tratta) o contestazione.

Le medaglie del neo questore vibonese luccicano: classe 1966, origini pugliesi, si è laureato in Giusrisprudenza e ha maturato una ricca esperienza fra Bologna, Palermo e Roma. E’ stato dirigente nel gabinetto interregionale di Polizia scientifica di Lazio, Umbria e Abruzzo. Dal 2012 ha diretto la prima divisione del servizio centrale operativo di Roma, dove ha inflitto un colpo durissimo al narcotraffico della ‘ndrangheta. Nel suo destino, evidentemente, c’è la Calabria: la nomina, arrivata tre giorni prima dell’interrogatorio di Caltanissetta, diverrà effettiva fra un paio di settimane. Quando le acque si saranno calmate un attimo (e il tempo necessario al suo predecessore per raccogliere le scartoffie).

L’ex questore vicario di Firenze è accusato dai magistrati di Caltanissetta di essere il primo anello di una catena di informatori che avrebbe fatto pervenire ad Antonello Montante, ex leader di Sicindustria e attuale presidente della CamCom nissena, notizie di primo pelo sull’inchiesta che lo riguardava. Montante, per la cronaca, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e si trova ai domiciliari. E, nelle ultime ore, si è visto sfilare il primo incarico da presidente di Reteimprese. Per il suo passato da paladino dell’antimafia, il suo nome è certamente più altisonante di un Grassi qualunque. Ma il neo questore di Vibo Valentia, da oggi, avrà puntato addosso più di un riflettore. E dovrà lavare per benino l’onta di un procedimento in corso, sebbene in fase di decollo.

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