E adesso che facciamo, diamo tutta la colpa alle esagerazioni forcaiole del Di Maio pentito, della Taverna redenta, della Lezzi irriducibile? Davvero le schiere dei giustizialisti che dal ’92 menano la danza del linciaggio mediatico possono addossare tutte le colpe all’oltranzismo forsennato dei Cinque Stelle? Ah sì? E allora come si sono comportati con Antonio Bassolino, assolto diciannove volte su diciannove dopo essere stato messo, da innocente per diciannove volte, sulla graticola giudiziaria ed esibito come trofeo nella canea giustizialista che ha frantumato lo Stato di diritto nel corso dei decenni? E poi ci lamentiamo dell’ondata grillina che ha raccolto ciò che era stato seminato, sin dai tempi in cui non c’erano i social a scandire il linciaggio, ma quelli che adesso fanno finta di niente di inebriavano con gli ululati del famoso “popolo dei fax”, quelli che tiravano le monetine a Craxi e godevano per gli schiavettoni ai polsi di Carra, o per le retate notturne in cui incappò Ottaviano Del Turco, quando il giudice Trifuoggi, in una delle conferenze stampa spettacolo che dovrebbero essere vietato, diceva che c’erano montagne di prove “schiaccianti” della corruzione. e invece hanno chiesto un sacco di supplementi di indagine, perché quelle prove non c’erano e mai saranno trovate. Continua sull’Huffington Post
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Nel trentennio dei forcaioli meglio Di Maio che almeno chiede scusa
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