Da un governatore ci si aspetterebbe una risposta sui quattro assessori della sua giunta finiti sotto inchiesta. O sui tempi del dibattito parlamentare sulla questione morale, invocato da Fava e dai Cinque Stelle, che ancora non si fa. Invece Nello Musumeci, nel suo augurio pasquale ai siciliani, alza i toni ma non si sofferma. “Siamo tutti incattiviti – ha esordito su Facebook – C’è gente che sputa veleno dalla mattina alla sera, che emette sentenze, ma perdete il vostro tempo. Io tiro dritto perché ho un impegno assunto con i miei figli, con i siciliani tutti e con i miei nipoti e non mi potrà fermare niente. Non cerco voti. Per risollevare questa terra non ci vuole l’aspirina, ci vuole il bisturi, servono scelte impopolari, occorrono tanti no e tanti ne ho detti “. Tocca marginalmente la questione morale. Rivolgendosi, nella flemma che avvolge lo sfogo, a ipotetici malandrini che verranno allontanati: “La ricreazione è finita, abbiamo adottato qualche provvedimento più serio. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, la classe dirigente e quella politica, non ci sono più protetti e protettori – spiega il presidente della Regione -. Se trovo qualcuno che vuole fare il ‘malandrino’ di turno, lo allontanerò senza pensarci un attimo. Ci vuole speranza, ci vuole fiducia, la certezza di potercela fare”. Poi aggiunge: “Sono stato eletto per fare uscire la Sicilia dal pantano in cui si trova da decenni. E’ la regione più degradata in Italia da oltre 20 anni. Abbiamo tanto lavoro da fare, ne abbiamo fatto tanto in questi 15 mesi. Abbiamo cinque anni di tempo per risollevare quest’Isola. Lo faremo senza inseguire le mode. Non ci interessano i sondaggi, gli attacchi di tanti frustrati. Io tiro dritto perché ho un impegno con i siciliani e non mi potrà fermare niente e nessuno”. La moralizzazione e l’incazzatura allo stesso tempo. La meraviglia dei social senza contraddittorio.