Musumeci ha pubblicato l’ordinanza sulle nuove restrizioni dopo le 12, al termine della conferenza stampa dove ha regnato un po’ di confusione su un paio di questioni: gli orari dell’asporto, in cui la Regione ha scelto di riallinearsi alle disposizioni nazionali (stop alle 18 per i “bar senza cucina” e il commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati); e le visite ai parenti. L’assessore Razza, invitato da Musumeci a rispondere sul tema, spiega che “abbiamo ritenuto di evitare questo allargamento verso le visite agli amici” perché “non sarebbe stato rispettoso nei confronti degli operatori economici”, mentre “i rapporti di parentela vengono tenuti a parte”. Inoltre, la “contrazione degli incontri di comunità è un modo per rispondere a chi vuole riaprire il prima possibile”. Alla fine fa fede l’ordinanza, che abbatte la differenza tra parenti e amici, ed esclude “gli spostamenti, una volta al giorno, verso una sola abitazione privata nei limiti di due persone, essendo consentita esclusivamente la mobilità per le ragioni specificatamente esposte” (lavoro, necessità salute e rientro al proprio domicilio).
Il governatore Musumeci, inaugurando la conferenza stampa del PalaRegione di Catania, è tornato a premere su sindaci e prefetti per rafforzare i controlli. E ha anticipato misure drastiche qualora il dato dei contagi non accennasse a diminuire: “Se entro 15 giorni i dati non migliorano chiuderò anche le scuole medie ed elementari. Su questa cosa nessuno mi farà cambiare idea. I genitori che non possono tenere i figli a casa? Se non partiamo dal fatto che siamo in guerra, per ognuno i desideri diventano diritti. L’unico desiderio che, in questa fase, diventa diritto è che la gente non muoia”.
L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha spiegato che l’istanza inoltrata al governo nazionale per ottenere la “zona rossa” non è dovuta a uno stato emozionale, bensì a “una valutazione anticipata la scorsa settimana dal Comitato tecnico-scientifico, che evidenziava una costante, graduale ma forte crescita dei contagi in tutta la Regione. Nei dati forniti ieri alla Cabina di Regia, l’indice Rt nel suo massimo segnava già 1.25. Chiudendosi il monitoraggio a giorno 10, le ultime giornate a contagi crescenti non potevano essere oggetto di valutazione”. Motivo per cui l’Osservatorio epidemiologico e il Cts hanno chiesto di poter anticipare le restrizioni.
L’assessore ha spiegato che la Sicilia è ancora al riparo dalle soglie critiche di ricoveri in terapia intensiva e in degenza ordinaria, ma ha evidenziato che “quasi tutti i principali distretti sanitari hanno superato la soglia dei 50 casi settimanali per centomila abitanti, mentre molti hanno superato i 250 (Messina negli ultimi sette giorni è a quota 423)”. Inoltre, mentre a cavallo fra novembre e dicembre si partiva con un dato dei ricoveri sulle 600 unità, oggi si è già raggiunta quota 1.500. Motivo per cui non bisogna ignorare i segnali. “Anticipare di qualche giorno le misure – ha concluso Razza – ha il compito di proteggere il sistema sanitario e produttivo. Noi abbiamo cercato il più possibile di garantire le cure anche ai malati non Covid, e vogliamo continuare a farlo. Nella valutazione complessiva c’è una presa di consapevolezza che in tutta Europa le misure più forti garantiscono le diminuzioni più drastiche dei contagi”. Razza ha spiegato pure di aver sospeso la campagna vaccinale in alcune province, “dove il magazzino per garantire i richiami non è adeguato alle esigenze. Non possiamo permetterci di non avere le dosi di richiamo. E’ assurdo che alcuni vaccini (Astrazeneca, ndr) siano utilizzabili in alcuni paesi occidentali, ma non ancora in Europa. Forse è il caso che in sede comunitaria ci si dia una mossa con le autorizzazioni”.
Infine è stata la volta dell’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, che ha rimarcato come il governo sul tema della riapertura delle scuole “si è mosso con responsabilità e cautela, facendo riferimento ai dati offerti dal comitato tecnico scientifico e dell’osservatorio epidemiologico. C’è piena coerenza tra l’ordinanza regionale e il Dpcm del 15 gennaio. Scuole chiuse in arancione e riaperte in rosso? La settimana che si conclude oggi è stata fondamentale: non tanto perché si fosse impreparati a un rientro a scuola, ma perché coincide con il momento di ricaduta più intensa dei possibili contagi maturati nel periodo natalizio. La nostra è stata un’indicazione di cautela suggerita e avvalorata non solo dal governo ma anche dalla task force e dal Cts, che ci segnalava l’elevazione oltre ogni ragionevole aspettativa dell’Rt e uno scatto in avanti della diffusione epidemiologica”.
M5s: “Insopportabili le autocelebrazioni del governo”
“Sul fronte Covid eravamo un’isola felice, ma Razza e Musumeci sono riusciti a rovinare tutto. Se siamo zona rossa e i peggiori d’Italia è colpa delle loro politiche sanitarie fallimentari e per questo la pagheranno cara soprattutto commercianti e partita iva”. Lo affermano i deputati 5 stelle della commissione salute dell’Ars, Francesco Cappello, Antonio De Luca, Giorgio Pasqua e Salvo Siragusa. “Insopportabile – dicono – l’autocelebrazione del governo, in conferenza stampa, delle proprie operazioni, e bastava leggere i feroci commenti in coda alle parole dell’esecutivo sulla pagina facebook di Musumeci per rendersi conto di quanto ciò fosse fuori luogo. La verità è sotto gli occhi di tutti: siamo gli unici, assieme alla Lombardia, in zona rossa. Se gli ospedali sono al collasso è soprattutto per aver trascurato completamente la medicina del territorio, che invece andava eretta a baluardo all’avanzata del virus, come abbiamo ripetuto, inascoltati, innumerevoli volte. Musumeci ha messo la mani avanti chiedendo la zona rossa perché sapeva che sarebbe arrivata. Ma lo ha fatto solo per cercare di scaricare le sue responsabilità su Roma. Ha fatto male, tra l’altro, a chiedere una zona rossa generalizzata, penalizzando così anche centri dove il virus non è fuori controllo come nelle grandi città”.
Lupo (Pd): zona rossa copre le inefficienze di Musumeci
“Ci saremmo aspettati che il presidente Musumeci in conferenza stampa annunciasse nuove e più efficaci misure di contrasto al Covid. Ci saremmo aspettati comunicazioni sul potenziamento delle Usca, sul piano dei trasporti pubblici, su un più efficace programma di vaccinazioni rivolto esclusivamente ai soggetti aventi diritto, su un’azione efficiente di screening in particolare della popolazione scolastica, sul potenziamento delle terapie intensive. Invece di tutto questo non c’è nulla, c’è solo un ‘invito alla prudenza’ rivolto ai cittadini”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars in merito alle dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci rilasciate nel corso della conferenza stampa sull’istituzione della “zona rossa” in Sicilia. “La zona rossa in sé non sarà efficace per ridurre i contagi se non verrà accompagnata da misure di contrasto che il governo regionale evidentemente continua a non prendere nella giusta considerazione. Musumeci si affida alle restrizioni previste dalla zona rossa per coprire le sue inefficienze e le sue responsabilità sulle azioni, mancate o sbagliate, per limitare i contagi – conclude Lupo – si affida alla sola ricetta del ‘far rimanere le persone a casa’ e ‘chiudere le attività produttive’, sperando che nel frattempo il virus rallenti”.