Non bastasse il sondaggio di Swg, che lo vede al terz’ultimo posto a livello nazionale con appena il 31% di gradimento, un’altra batosta per Nello Musumeci arriva da uno schemino consegnato dalla ministra Carfagna alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, da cui emerge che la Sicilia è al terz’ultimo posto per capacità di spesa dei fondi europei relativi al ciclo 2014-20 (Fsc, Fondo Sviluppo e Coesione). Il governo rischia di dover restituire a Bruxelles circa 2,5 miliardi. Anche se, spiegano fonti del centrodestra alla Camera, “sono intervenute due proroghe e il termine per gli impegni scade alla fine del 2022, ma occorrerebbero obbligazioni giuridicamente vincolanti”.

Un grosso guaio per chi ha fatto della capacità di spesa un motivetto da campagna elettorale. La voce è tornata d’attualità anche nell’opuscolo fatto realizzare da Musumeci per spiegare cos’ha fatto il suo governo nei primi quattro anni: “Dall’insediamento del governo Musumeci – si legge – il totale dei Fondi europei utilizzati supera i 3 miliardi e 650 milioni di euro. Si tratta di interventi per infrastrutture, aiuti alle imprese, politiche sociali, formazione, lavoro, agricoltura, pesca, ambiente a sostegno di decine di migliaia di imprese siciliane e cittadini, in tutti i settori economici. Nel quadriennio 2018-2021 sono stati sempre raggiunti gli obiettivi di spesa fissati da Bruxelles nella gestione delle risorse comunitarie. In particolare, nell’ultimo anno contabile, per i quattro programmi operativi di competenza (Fesr, Fse, Psr e Feamp), gli uffici della Regione Siciliana hanno certificato la spesa complessiva di 965 milioni e 650 mila euro”.

Ma il ciclo 2014-20 dei fondi Fsc, che Musumeci ha in parte condiviso col precedente governo, fa segnare numeri preoccupanti: al ministero, come spiega Repubblica, risultano 5,6 miliardi di risorse disponibili, impegni per 3 miliardi e pagamenti per appena 2,2, con una performance del 53,8 per cento che fa dell’Isola la terza peggior Regione d’Italia dopo Campania (44) e Calabria (52,4). “Per questo motivo — insistono fonti romane di centrodestra — il ciclo non è stato pienamente performante. La ministra sta studiando una norma per salvare i residui del fondo dal definanziamento”. Una parte di queste risorse, inoltre, sono state ‘distratte’ agli scopi usuali e utilizzate per fare fronte all’epidemia.