“L’ennesimo attacco del presidente Musumeci ai dipendenti regionali è comprensibile, se non fosse che viene dal Presidente della Regione”. Lo affermano i deputati regionali Marianna Caronia, Luisa Lantieri e Carmelo Pullara. La prima si è dichiarata indipendente dopo l’uscita dalla Lega. Gli altri due, invece, appartengono rispettivamente a Ora Sicilia, il movimento “gemello” di Diventerà Bellissima, e ai Popolari e Autonomisti.
Per i tre parlamentari, “certamente vi è un deficit grave di alfabetizzazione digitale fra i dipendenti, come in tutta la pubblica amministrazione. Un deficit che ha radici lontane nell’organizzazione degli uffici, nell’assenza di una seria politica di aggiornamento e formazione, nel fatto che il personale sia nella grande maggioranza, per oggettive condizioni anagrafiche, appartenente alla fascia di popolazione meno avvezza all’uso del digitale. Ma il ruolo della Politica è quello di trovare rimedio ai problemi e non additare, per altro con toni poco consoni al ruolo istituzionale. Il presidente Musumeci quindi faccia un necessario sforzo per immaginare cosa serve per ridurre il gap culturale e professionale che ha attaccato con tanta veemenza; colga l’occasione, come avvenuto in tante altre realtà amministrative in Italia e anche in Sicilia, per utilizzare le imposizioni di ricorso allo smart working per avviare una massiccia formazione e riqualificazione del personale, utilizzando risorse interne ed esterne della Regione e valorizzando proprio quella parte della struttura e del personale regionale che sono invece più avanti nelle competenze digitali”.
Per Caronia, Lantieri e Pullara “se ciò non avvenisse, l’attacco di ieri rischia di apparire e restare un’accusa fine a sé stessa di cui difficilmente si comprende l’utilità se non quella di un populismo di bassa lega”.
Le accuse di Musumeci ai dipendenti regionali
“La Regione non era fatta per risolvere i problemi, era fatta per diventare un ‘ammortizzatore sociale’. La Regione è stata la più grande industria per 70 anni; si poteva entrare anche senza concorsi, con un biglietto da visita, con una telefonata… questa è stata la Regione siciliana. E non avere il coraggio di dirlo è davvero criminale. Io ho il coraggio di dirlo. Avevamo 19.000 dipendenti: 5000 sono andati in pensione, ne abbiamo 13.000 e il 50% appartiene alla fascia A e B, assolutamente non funzionali a rendere efficiente la macchina regionale”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, all’evento “Innovation Days” del Sole 24 Ore, dedicato in questa tappa a Sicilia e Sardegna.
“Qui non si fa un concorso dal 1991. Il più giovane ha 58 anni – aggiunge Musumeci -. Non è gente digitalizzata, non è gente abituata a lavorare in un contesto assolutamente diverso, competitivo, come richiede oggi la pubblica amministrazione. Ed è con questa macchina che io devo fare i compiti giorno dopo giorno. E se richiamo un dirigente l’indomani ho lo stato di agitazione di tutte le sigle sindacali. Ho detto che l’80% dei dipendenti regionali è assolutamente inutile alle funzioni programmatiche della Regione. Lo ripeto. Anche.se siamo passati dall’80 al 70% grazie al cielo. Il mio obiettivo è di arrivare almeno al 50%”.
Non si è fatta attendere la replica dei sindacati
“Il governatore Musumeci torna a scagliarsi contro i dipendenti della Regione siciliana, definendoli ‘inutili’ e ribadendo le frasi offensive dei mesi scorsi contro le quali abbiamo già sporto querela. Sorprende però che a fare la predica sia proprio il capo di un governo che è riuscito, lui sì, a danneggiare le imprese siciliane con il flop del click day e della cassa integrazione: non ci risulta nessuno si sia dimesso, quindi farebbe meglio a tacere”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal. “Vorremmo ricordare a Musumeci – continuano Badagliacca e Lo Curto – che non ha rispettato nemmeno uno degli impegni presi coi dipendenti, che ha fatto rientrare tutti in ufficio in barba alle restrizioni anti-Covid di cui poi chiede il rispetto ai siciliani e che si attendono ancora i soldi promessi in Finanziaria e rimasti lettera morta. Musumeci vuole rendere efficiente la Regione? Inizi dal suo governo”.
Click day: una commissione d’inchiesta per trovare i responsabili
Alla Regione infuria la polemica sul flop day. Ossia la cancellazione del click day che, prima lunedì e poi giovedì della settimana scorsa, avrebbe dovuto assegnare i 125 milioni del Bonus Sicilia alle microimprese con meno di dieci dipendenti, costrette a fermarsi per il lockdown. Dopo il rinvio di giorno 5, Tim non ha garantito il corretto funzionamento della piattaforma informatica, costringendo Musumeci ad annullare tutto e rifugiarsi nella distribuzione dei contributi a pioggia.
Come riportato dall’Adnkronos, sono nel mirino il dirigente generale delle Attività produttive Carmelo Frittitta e il numero uno dell’Autorità regionale per l’Innovazione tecnologica (Arit) Vincenzo Falgares: ai due burocrati il presidente della Regione ha inviato una lettera nella quale il governatore esprime “disappunto per quanto è accaduto”. A entrambi è stata richiesta una relazione da parte degli assessori competenti. Quella di Falgares, già oggi, dovrebbe giungere sulla scrivania di Armao (l’Arit, infatti, ricade sotto l’assessorato all’Economia).
E mentre l’assessore Turano, a Buttanissima, ha negato qualsiasi responsabilità imputabile al suo dirigente, scaricando le colpe sul collega di governo, Musumeci ha deciso di istituire un collegio ispettivo per risalire ai responsabile della debacle: sarà composto dall’avvocato generale Giovanni Bologna, dal coordinatore della segreteria tecnica di Musumeci, Giacomo Gargano (che è anche presidente dell’Irfis), e da Giuseppe Lo Re, un professore universitario di Palermo, esperto di digitalizzazione. La relazione sul caso dovrà essere consegnata entro 10 giorni. A quel punto la Regione potrà decidere se agire contro Tim con una richiesta di risarcimento danni.
Nel frattempo, in commissione Bilancio, l’assessore Turano ha presentato la riscrittura del bando. Le domande già registrate sono “salve” (ammesso che si accettino i nuovi termini del bando), ma i termini dell’avviso saranno riaperti per 10 giorni, in modo da consentire ad altre aziende, contrarie al metodo del click day, di fare richiesta. Più che contributi, però, toccheranno a tutti un po’ di briciole. “Praticamente una misura inutile”, è stato il commento di Luigi Sunseri, parlamentare dei Cinque Stelle.