“Ho chiesto scusa a mia madre per averla portata al pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia. Io mi sono sentita in colpa perché penso che noi siamo responsabili anche delle scelte che facciamo”. Romina Gelardi la figlia di Maria Ruggia, 76 anni, morta dopo essere rimasta otto giorni su una barella al pronto soccorso dell’Ingrassia di Palermo, parla davanti all’area di emergenza dove è morta la madre. “Mia mamma si poteva salvare. Farò di tutto per scoprirlo perché spero che la giustizia faccia il suo corso. Secondo me ha contratto un’infezione proprio al pronto soccorso, perchè c’è stato un peggioramento dopo un’iniziale miglioramento, aveva anche difficoltà respiratorie. Mia madre non è entrata per questo motivo – aggiunge la donna – I medici mi dicevano che aspettavano di portarla in reparto perché soltanto lì potevano fare le terapie dovute, perchè essendo un pronto soccorso erano molto limitati nell’intervenire”.
Dopo la tragedia, la Regione ha annunciato “un sopralluogo urgente all’ospedale Ingrassia di Palermo”. “L’assessorato – dichiara l’assessore Giovanna Volo – ha subito disposto un’ispezione per comprendere quali siano state le difformità organizzative che hanno determinato per l’anziana donna un protrarsi del ricovero in astanteria e l’impossibilità di un ricovero in degenza ordinaria o in terapia intensiva. L’autopsia chiarirà le cause del decesso. È evidente, però, che fatti ed episodi come questi non solo ci addolorano, ma ci allarmano per tutto quello che riguarda la gestione dell’assistenza sanitaria ospedaliera, specialmente nel periodo delle festività. Cercheremo di capire quali siano state le cause che hanno determinato questo sovraffollamento, per individuare delle possibili soluzioni da applicare intanto con urgenza”.
Non le manda a dire Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera: “Ora all’ospedale Ingrassia partirà la caccia all’uomo, la ricerca del medico, dell’infermiere responsabile della morte di Maria Ruggia. Ho già letto che il direttore dell’azienda sanitaria, Daniela Faraoni, ha insediato una commissione per indagare. Si cerca qualcuno su cui scaricare la responsabilità per continuare a coprire un sistema che è andato letteralmente in tilt. Si trova qualcuno da punire e poi tutto procede come sempre, senza cambiare nulla, in attesa del prossimo morto su cui scaricare l’ipocrita indignazione”.
“Nemmeno Mandrake – continua il renziano – potrebbe dirigere un pronto soccorso-tipo degli ospedali siciliani. Non c’è personale, i reparti che dovrebbero ospitare i pazienti sono stracolmi e i pronto soccorso, che dovrebbero visitare i pazienti solo per un breve arco temporale, diventano luoghi in cui si sosta anche per dieci giorni. Non essendoci spazi si riempiono all’inverosimile le stanze e poi si occupano i corridoi. Impossibile mantenere gli standard igienici, impossibile avere attenta cura dei pazienti che sbarcano a decine. È saltato il territorio, il pronto soccorso è rimasto l’unico approdo, quindi condannato al caos. Non c’è alcuna sinergia con le altre strutture sanitarie. Le cliniche private, appena esaurito il budget mensile, non ospitano più i pazienti e scatta una macabra selezione sulla pelle dei malati. Io ho deciso che passerò il Natale in giro per i pronto soccorso, porterò ai medici, agli infermieri, alle guardie giurate che rischiano perennemente mazzate. Sarà un modo per ringraziarli per il loro lavoro, nessuno può lavorare in quelle condizioni senza rischiare di incorrere in un errore e la salute dei cittadini è seriamente in pericolo con questo sistema sanitario. Da mesi chiedo inascoltato al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di mandare ispettori in Sicilia. È a Palazzo d’Orleans, nell’assessorato alla Sanità di piazza Ottavio Ziino e non nelle corsie che vanno trovati i responsabili di questo caos. Invece tutto resta immobile. E chi dovrebbe andare a casa, lasciare la poltrona che dirige, va invece a caccia del capro espiatorio tra il personale sanitario. Una vergogna”.