Le strutture private accreditate del sistema sanitario regionale, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario, hanno proclamato lo stato d’agitazione. Il Cimest (Coordinamento Intersindacale della Medicina specialistica del territorio) lo ha comunicato questa mattina al presidente della Regione, Renato Schifani, richiedendo – al contempo – un incontro urgente.

“L’ introduzione del nuovo Nomenclatore Tariffario Nazionale — meglio noto come decreto Schillaci — entrato in vigore il 30 dicembre, appena tre giorni dopo la pubblicazione”, appare “carente ed inadeguato, con macroscopici tagli che raggiungono in alcuni casi il 50% costringerebbe alla chiusura le Nostre strutture. E’ paradossale – si legge nella nota del Cimest – che dopo 26 anni le tariffe siano riviste al ribasso anziché adeguarle a fronte di un aumento dei costi, ma è anche pericoloso, perché in questo modo si spalancano le porte a un privato più aggressivo e si incentiva la mobilità sanitaria fuori regione nonché si stravolge l’assetto e il funzionamento” del Servizio Sanitario.

I convenzionati riportano alcuni esempi a supporto di quanto dichiarato: la diagnosi del tumore alla prostata (antigene prostatico) da euro 7.41 ribassato a euro 3.95; la diagnosi del diabete (emoglobina glicata) scende da 7.41 euro a 4.70. Una Visita Specialistica cardiologica di controllo passa da euro 12.00 a euro 6.30. “Da oggi non potremo erogare diverse prestazioni sottocosto ad eccezione di quelle prescritte entro il 29 dicembre 2024 che prevedono tariffe non ribassate. Ci scusiamo con i cittadini per l’incresciosa situazione di cui non siamo responsabili ma non possiamo accettare una norma che decreta il fallimento delle nostre strutture ed il licenziamento di oltre 10.000 dipendenti. Molti Governatori di altre Regioni – si legge nella nota – hanno immediatamente emanato tariffari adeguati al costo della vita sanando queste criticità. La Sicilia no”.

E il motivo risiede nel Piano di rientro del disavanzo sanitario che Schifani ha promesso di ridiscutere nelle sedi competenti. “Questi tagli impediranno alle strutture pubbliche e private accreditate di erogare servizi sanitari di qualità, congrui e capillari su tutto il territorio, ma anche di risolvere il problema delle liste di attesa. Per quanto sovraesposto le scriventi Associazioni di categoria rappresentative della componente di diritto privato della specialistica accreditata territoriale esterna proclamano lo stato di agitazione, chiedono un incontro urgente con il Presidente e la contestuale apertura di un tavolo di crisi per cercare e trovare soluzioni concordate”.