Torna in auge il tema della monnezza. Merito di Nello Musumeci. Intervenendo ieri a Casa Minutella, il presidente della Regione ha spiegato che il governo sta valutando l’idea di realizzare un inceneritore per superare “un’emergenza che in Sicilia è cominciata nel ’99 e oggi è diventata normalità”. Fra le soluzioni “estreme” individuate dal governatore c’è, appunto, la termovalorizzazione: “Le leggi dello Stato non ce lo impediscono – ha spiegato Musumeci – E’ una delle ipotesi che stiamo esaminando. Anche perché trasportare i rifiuti fuori dalla Sicilia avrebbe un costo enorme per i cittadini”.
A chi gli fa notare che il Ministro dell’Ambiente è di un’altra idea, Musumeci replica: “Ognuno con le proprie competenze. Rispetto il pensiero di Sergio Costa, ma ricordo a tutti che i suoi uffici la pensano in maniera opposta, tanto che erano arrivati a chiederci non uno ma due inceneritori”. Il riferimento è al “piano regionale dei rifiuti”, che oltre un anno fa fu bocciato sonoramente dai tecnici del Ministero, che vi inserirono la richiesta di procedere coi termovalorizzatori. Costa si affrettò a smentire, ma carta canta.
Musumeci ha anche parlato della situazione di Palermo: “La discarica è gestita dal Comune, attraverso una propria municipalizzata. La Regione non ha competenze. Noi ci occupiamo soltanto di pianificare e individuare il tipo di impianti da realizzare. Oggi ci sono tre soluzioni: mandare i rifiuti di Palermo fuori dalla Sicilia con costi significativi; creare nuove discariche, e io sono contrario; o realizzare un inceneritore. Di fronte al monopolio dei privati, credo che serva una scelta coraggiosa” ha ribadito il presidente della Regione.
Che invece non si è addentrato sulla proposta di riforma della governance: “Il governo l’ha presentata alla fine del 2018 e ancora non è stata discussa. Ma anche quando sarà varata la legge rimane il problema di dove portare i rifiuti. Se le grandi città non si sforzano con la raccolta differenziata, non avremo più dove mettere la spazzatura”. Solo con gli inceneritori, ha concluso Musumeci, “potremo liberarci dalla schiavitù delle discariche, altrimenti saremo sempre vittima di imprenditori che in alcuni casi sono contigui a determinati ambienti criminali”.
La replica di Cateno De Luca
“Quando pensavo di non potermi più meravigliare di nulla, ecco che il Presidente Musumeci, concedendosi in una intervista video annuncia che: dopo quasi 36 mesi di legislatura e 31 dalla sua nomina quale commissario per l’emergenza rifiuti in Sicilia, sul medesimo tema siamo ancora al ‘stiamo esaminando’. In circa 3 anni non ha appaltato nessuno degli interventi strategici elencati nel piano rifiuti che ha proposto anche in via emergenziale, in primis la settima vasca di Bellolampo, ed i rifiuti di Palermo stanno saturando gli impianti della Sicilia orientale. Musumeci non ha neanche speso i fondi del Patto del Sud, che lui stesso aveva destinato a questa emergenza, togliendoli ad altri progetti di altre realtà territoriali che magari avevano soluzioni già pronte. La cosa ancora più grave è che il governo Musumeci non ha un piano di gestione dei rifiuti dopo 31 mesi di improvvisazione”. Lo afferma il Sindaco di Messina, Cateno De Luca.
“Nella video intervista che invito tutti a guardare – incalza il Primo cittadino – il Governatore prima di confessare che ci costringeranno a portare i rifiuti all’estero – come da mesi affermo, causando uno strozzinaggio perché la tariffa di smaltimento sarà incrementata del 30% – ha dichiarato che dopo 31 mesi, ‘stanno pensando ai termovalorizzatori’, mentre la Sicilia nuota nell’immondizia. Tra una cavalcata e l’altra e tra una campagna elettorale e l’altra, Musumeci starebbe pensando”. “Qualcuno però – continua il Sindaco – dovrebbe spiegargli che per realizzare un termovalorizzatore ci vogliono almeno due anni di lavoro dall’aggiudicazione dell’appalto, senza considerare la progettazione e l’autorizzazione che necessita di una Valutazione d’Impatto Ambientale. Inoltre il Governatore dimentica che il suo presidente della commissione regionale VIA, nominata da questo governo, causa principale della paralisi di tutti i progetti pubblici e privati, ha sempre dichiarato che è contrario ai termovalorizzatori”.
“La Sicilia – sottolinea De Luca – può continuare a pagare i ritardi e le omissioni di un governo incapace e di un Governatore che accusa i comuni di essere la causa della tragedia rifiuti? Oppure dobbiamo credere che Musumeci abbia dovuto aspettare 3 anni per capire che possono esserci infiltrazioni mafiose nella gestione di alcune discariche? Caro Nello, a prescindere da come e da chi sono gestite, l’alternativa alle discariche è la differenziata, non gli inceneritori o il trasporto dei rifiuti all’estero. E Messina può continuare a pagare il ‘pizzo Musumeci’ per il menefreghismo del governo regionale sui rifiuti? L’appalto del TMB di C.da Pace, il finanziamento dell’impianto di compostaggio di Mili e la graduatoria del bando regionale dei CCR – Centro comunale di raccolta – sono alcuni dei vitali progetti fermi al palo solo per Messina, bloccati a causa dell’incapacità del governo Musumeci”.