Da sempre arbitro di buon gusto, la moda, ogni tanto, commette qualche errore, che sia non voluto o pretestuoso fa comunque discutere e alzare la visibilità dei brand, ma solleva anche l’attenzione su temi poco discussi o su cui bisogna fermarsi a riflettere di più.
È ciò che è successo in questi giorni dopo la sfilata di Givenchy per la Paris Fashion Week, quando Matthew M.Williams ha abbinato ad una maglia morbida a costine color ruggine un collier argento con le sembianze di un cappio.
L’accessorio non ha fatto subito discutere, come avvenne, invece, nel 2019 per la felpa Burberry che aveva come coulisse del cappuccio delle corde che formavano un cappio sul petto, ma è stato il post di Diet Prada, un noto blog che è seguito e riverito nel mondo della moda a far notare la somiglianza e a sbalordirsi del fatto che non vi fossero state reazioni.
Nel 2019 Burberry si era scusato dell’accaduto e aveva ritirato dal commercio le felpe rimanenti, oggi, al contrario, la casa di moda Givenchy afferma di non avere una risposta in merito.
Che sia stato fatto per far discutere di sé o per semplice scelta stilistica, quindi, ancora non si sa ma è certo che la collana rimane offensiva e poco rispettosa del tema a cui allude anche per le regole della moda, alla quale tutto è permesso.
Su ciò ci sono stati anche degli interventi di intenditori in materia come Angela McRobbie, docente di media, comunicazione e studi culturali presso la Goldsmiths University of London, che ha espresso la sua frustrazione per le immagini dicendo: “Non sono sicura di cosa dire qui, se parlare di ‘desiderio di scioccare’ o di ‘assoluta sconsideratezza’, per me le domande che sono rilevanti ma che non trovano risposta sono: chi sono i decisori dietro le quinte? Chi firma articoli palesemente offensivi come questo?” .
Lisa Roxby, invece, dell’ente benefico per la prevenzione del suicidio Papyrus ha dichiarato: “Coloro che hanno un legame personale con il suicidio, che si tratti delle proprie esperienze o della perdita di una persona cara, possono essere toccati da tali immagini e i marchi hanno la responsabilità di garantire che non stanno causando danni al loro pubblico”.
E infatti, avendo già le cronache intasate da notizie di suicidio e da eventi drammatici e essendo, ormai, sdoganate le immagini sui social di pura crudeltà, avevamo veramente bisogno di questo accessorio, nel caso in cui esso sia nato con l’intento di sensibilizzare la gente e porre attenzione sul tema del suicidio come di uno su cui discutere e fare prevenzione?
Per una risposta certa si attenderà che la Maison risponda sull’accaduto, intanto il tema, che tocca una fetta molto grossa degli adolescenti e giovani, oltre che di adulti in prima persona, e tantissime altre persone che vengono a contatto con la realtà del suicidio per la perdita di persone, rimane un argomento da trattare con la massima delicatezza e forse da trattare di più in termini psicologici e di prevenzione che mondani.