Minacciavano pure il cronista di Repubblica

Sul tesoro degli Inzerillo, con un’inchiesta a puntate, era tornato a indagare un paio di mesi fa Salvo Palazzolo, giornalista di Repubblica. Si era recato nel negozio di Francesco Inzerillo, a Passo di Rigano, per chiedere il motivo delle continue visite di Settimo Mineo, il capo decapitato della nuova cupola. Senza tuttavia ricevere risposta. Ma Palazzolo aveva dato fastidio, tanto che nel corso di un’intercettazione Benedetto Gabriele Militello, uno dei boss arrestati durante l’ultimo blitz, è stato sin troppo esplicito: “Certo due colpi di mazzuolo gli avrei dati. Tanto che mi può fare? Che ci possono fare? Due colpi di legno. Ma per l’azione. Non è perché siete venuti, avete fatto… ma tu caso mai… e scrive per La Repubblica”. L’incursione di Palazzolo era avvenuta il giorno prima della discussione fra Militello e Tommaso Inzerillo. Il cronista, poi, si recò nel quartiere di Mineo per fare altre domande, e Militello aveva sbottato. Ancora: “Ma lei cosa ne pensa del signor Settimo Mineo? – faceva il verso al giornalista – Che cosa ne penso? Che crasto sei”. Di recente Palazzolo era tornato a indagare sui fatti risalenti agli anni ’80, di cui si era occupato persino Giovanni Falcone. Il prefetto De Miro, dopo le ultime minacce, ha disposto il rafforzamento della vigilanza attorno al cronista, cui è giunta la solidarietà di Fnsi, Assostampa Sicilia e Unione Cronista, oltre che del Cdr di Repubblica.

Enrico Ciuni :

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