Mille km in bicicletta per scoprire la Sicilia

C’è tutto – il ciclismo, la valorizzazione del territorio, il concetto di mobilità dolce – nella seconda edizione di Sicily Coast, la manifestazione (poco agonistica, molto turistica) che scatta il 29 maggio da Mondello e che, in nove giorni, attraverserà l’Isola in lungo e in largo. Ci si fermerà anche alla Valle dei Templi e a Marzamemi. La prima tappa (110 km) si conclude a Favignana, dopo l’attraversamento in traghetto da Trapani: “Vogliamo assaporare anche le piccole cose – spiega Daniele Di Gregoli, l’addetto alla Comunicazione dell’evento organizzato da Now Team – Per i siciliani spesso è scontato. Ma anche una traversata in mare, verso la maggiore delle isole Egadi, è un percorso che restituisce emozioni: finirà dritto nel nostro documentario”.

Il senso del racconto pervade l’appuntamento sportivo. I momenti salienti, infatti, verranno raccolti e mostrati sui social media grazie a un progetto di comunicazione integrata gestito, appunto, da Daniele: “Il docufilm della prima edizione durava 32 minuti. Non è una cosa per cui basta fare scroll su Facebook. Devi volerlo vedere, richiede tempo… Eppure abbiamo raggiunto le 23 mila visualizzazioni”.  Tutto ha un senso. “Questo è un progetto valoriale – spiega Di Gregoli – spero che possa crescere e radicarsi nel palinsesto regionale. L’obiettivo è creare un presupposto affinché cicloturisti da tutto il mondo vengano in Sicilia. Durante l’anno ho ricevuto un sacco di mail e telefonate da tutta Europa, persino dal Colorado. Molte persone avrebbero voluto partecipare, ma la pandemia non è stata clemente con noi. Pertanto dovremo accontentarci del turismo di prossimità. Sia chiaro: è un bell’accontentarsi. Ma l’ambizione è un’altra”. E’ spingere la Sicilia, pompare la sua immagine, il suo clima, le sue bellezze naturali. L’obiettivo è la valorizzazione del territorio e la destagionalizzazione turistica in chiave ecologica, più che mai in questa nuova era dominata dall’outdoor e da una nuova prospettiva di vacanza.

Caratterizzata da andatura cicloturistica non competitiva, a Sicily Coast possono partecipare gratuitamente tutti gli sportivi, ma anche i ciclisti meno esperti, con una buona preparazione atletica di base. Ognuno potrà scegliere la propria velocità, poiché saranno fornite le tracce GPS e verrà garantita sempre l’assistenza. Oltre all’iscrizione, anche la logistica è gratuita. “Non è una competizione vera e propria. Piuttosto è una competizione con se stessi – riflette Di Gregoli – I ciclisti veri se li bevono 100 km al giorno. Ma per gli appassionati come me, riuscire a portare a casa 1.000 km in nove giorni, è già un grande traguardo. Comunque non bisogna guardare troppo le distanze: il primo esercizio è rimanere in sella 5-6 ore al giorno. Ci vuole un minimo di preparazione, non si può improvvisare”.

Ogni tappa sarà intervallata da fermate intermedie durante le quali “il gruppo” sarà accolto dall’amministrazione locale che presenterà le eccellenze del posto e farà degustare i piatti tipici. “Ci si potrà aggiungere, ogni giorno, alla partenza – precisa di Gregoli -. Non bisogna fare per forza tutto il tour, perché mi rendo conto che molte persone non abbiano la preparazione, oppure non riescano a ritagliarsi nove giorni di ferie. Questo via vai che si crea lungo il percorso è molto bello: magari c’è chi si unisce a noi da Catania, o chi prende il treno a Marzamemi, poi salta in sella e rimane in gruppo fino a Pollina. Avremo circa trenta presenze di media, che diventeranno di più – fino a 50 o 60 – grazie alle associazioni sportive che ci ‘scorteranno’ lungo il tragitto”.

Ma come è nata Sicily Coast? “Quasi per gioco. Assieme al presidente dell’associazione, Luigi Zumbo, e al vicepresidente, Marco Castagnetta, seguiamo un mood: fare squadra e permettere alla nostra terra di mettersi in mostra. E’ con questo intento che abbiamo già organizzato la Mondello Cup, un campionato nazionale di triathlon; ma anche ‘Palermo in rosa’, per sensibilizzare sul macromondo delle donne. Stare insieme e promuovere il territorio sono le cose che ci hanno spinto in questa nuova avventura. Vogliamo far crescere questo progetto, sperando di raccogliere i frutti fra uno o due anni, al netto della pandemia. Vogliamo essere motori di turismo”. La visione agonistica si intreccia con la ricerca della bellezza; la socialità diventa parte integrante del vivere la natura. E’ un buon modo per togliersi di dosso le scorie degli ultimi mesi. Un buon modo per parlare di Sicilia. Le iscrizioni sono ancora aperte.

Paolo Mandarà :Giovane siciliano di ampie speranze

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