L’emergenza sanitaria non ha colori politici. Lo dimostra il sindaco di Porto Empedocle, la grillina Ida Carmina, che ieri ha chiamato il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per chiedere conto e ragione dei circa 800 migranti sbarcati da Lampedusa nella città di Camilleri. Nelle strutture della provincia c’è spazio solo per 250 persone. Tutte le altre, che hanno terminato il periodo di osservazione sanitaria a bordo della nave Rhapsody, sono libere di andare. Il prefetto di Agrigento ha emesso un “foglio di via” per permettere loro di lasciare entro cinque giorni il territorio nazionale. Ma nessuno può garantire che ciò avvenga. Alcuni stanno raggiungendo Agrigento a piedi per prendere l’autobus e dirigersi al Nord Italia (magari in Francia). Gli altri, invece, potrebbero ritrovarsi a vagare ancora per qualche giorno sul territorio della provincia.
La tensione è aumentata quando altre 150 persone, ieri sera, sono arrivate a bordo del traghetto Sansovino. Questi ultimi, con priorità a famiglie e bambini, saranno ospitati nella tensostruttura a pochi passi dal porto di Porto Empedocle, che qualche settimana fa, a seguito della visita del viceministro dell’Interno Vito Crimi, e dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, non sembrava disporre dei requisiti minimi di sicurezza: “Mi avevano detto che la tensostruttura non sarebbe stata più riaperta, perché vietata – ha spiegato il sindaco Ida Carmina -. Chiamerò il ministro degli Interni per capire cosa sta accadendo. Adesso basta”. Lo scorso luglio nella stessa tensostruttura, che dovrebbe essere un punto di identificazione e non di prima accoglienza, si verificò una fuga di massa di migranti.
Nei giorni scorsi anche il gruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars aveva ringhiato contro la gestione dell’emergenza da parte del Viminale, chiedendo a Conte la sostituzione della Lamorgese. I fatti di Porto Empedocle si aggiungono a una gestione sommaria della “crisi”. Il Ministero, in questi giorni, ha ripreso a svuotare l’hotspot di contrada Imbriacola, a Lampedusa, per attenuare le ire del presidente Musumeci. Ma, allo stesso tempo, rischia di mandare in affanno i numerosi centri d’accoglienza dell’Isola: “Lo Stato ha rivendicato in ogni sede la sua competenza, ma continua a non esercitarla fino in fondo – ha dichiarato ieri Musumeci -. Se non bastassero i barchini, le navi quarantena sono piene di persone portate dalle Ong. Anche in questo il governo non ha voluto raccogliere la nostra proposta. Avevamo detto una cosa di buon senso: se la Sicilia deve gestire gli sbarchi autonomi, non può sopportare anche quelli programmati dalle Ong, che andrebbero quindi destinati in altri porti europei. Risultato: navi piene e hotspot stracolmi”.
Nel frattempo, proprio sulla nave Alan Kurdi, che si trova nelle acque antistanti Lampedusa, è avvenuta una evacuazione medica per due minori che sono stati accompagnati dai familiari. Hanno lasciato la nave della ong tedesca in tutto otto persone. Tanto i minori quanto i loro familiari, dopo un primo controllo da parte dei medici sul molo Favarolo, sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove ci sono più di mille persone. Stanotte, almeno, non si sono registrati sbarchi o avvistamenti.