Arginare i flussi migratori verso la Sicilia. L’ha capito anche il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che in settimana si è recata in Tunisia per chiedere la massima collaborazione sul controllo delle frontiere marittime. Ma non è così facile, né così scontato che accada (sono più facili i rimpatri). Oggi, in un’intervista al Corriere della Sera, la responsabile del Viminale è tornata su alcuni temi: “Garantiremo la tutela della salute pubblica delle nostre comunità locali, ma i migranti economici sappiano che non c’è alcuna possibilità di regolarizzazione per chi è giunto in Italia dopo l’8 marzo 2020” spiega. Il governo, aggiunge Lamorgese, “non può permettersi di abbassare la guardia perché i dati epidemiologici, non solo quelli relativi agli stranieri, ci dicono che dovremo usare molta cautela nei prossimi mesi”.
Per la nave da mille posti destinata all’isolamento (davanti all’isola di Lampedusa), “la procedura di noleggio si è finalmente conclusa e dovrebbe essere operativa già domenica notte”. Ora, con una nuova gara, “stiamo lavorando per una seconda nave da posizionare davanti alle coste calabresi”. I 400 militari destinati in Sicilia e quelli dislocati in Friuli Venezia Giulia “svolgeranno un servizio molto importante per rafforzare i controlli già assicurati dalle forze di polizia”. Con Tunisi, conclude il Ministro, “abbiamo concordato per agosto un incremento di rimpatri sui voli bisettimanali già riattivati lo scorso 16 luglio dopo lo stop imposto dal lockdown”. Sui decreti sicurezza, “l’intesa è stata raggiunta. Ora inizia la fase del confronto con gli enti territoriali per valutare insieme i profili del nuovo sistema di accoglienza”.