Gianfranco Micciché mantiene il profilo basso e, per il momento, evita lo scontro. Ma all’indomani della nomina dei sottosegretari, in cui dal partito non è arrivato alcun riconoscimento i numeri della Sicilia, Forza Italia ribolle di rabbia. La scelta di Giorgio Mulé alla Difesa (il giornalista è di Palermo, ma da anni è trapiantato a Milano) ha lasciato indifferente Michele Mancuso, luogotenente di Micciché all’Ars. Secondo i suoi calcoli, “in Sicilia rappresentiamo circa il 17% dei voti, rispetto al trend nazionale del partito, attorno al 7%. Di questo, il 2% deriva dalla Sicilia. Se la matematica non è un’opinione, senza di noi il partito avrebbe ben altri numeri. A occhio e croce direi che la Sicilia dovrebbe meritare più rispetto. Com’è possibile immaginare uno scenario politico nazionale, in cui con tali numeri sul territorio, si possa restare fuori dalle dinamiche del nascente governo Draghi, a cominciare dai ministri per finire ai sottosegretari?”.
“La mia non è una dichiarazione di guerra – ha subito precisato Mancuso – ma una critica costruttiva nei confronti della governance nazionale di Forza Italia, affinché capisca che non è più tempo di indugi: occorre che si metta tutto in chiaro. Dobbiamo continuare a parlare di una Forza Italia e basta o di una Forza Italia Sicilia, non più solo contenitore di voti a sostegno di personaggi ‘altri’, che poi siedono a Roma? Se fossi stato un deputato nazionale – precisa l’onorevole nisseno – avrei certamente votato la fiducia al prof. Draghi. Ma da siciliano di Forza Italia sul territorio, come posso avere fiducia in un esecutivo che estromette totalmente l’unica vera voce moderata e liberale che conta al Sud?”.
Saette anche sul fronte palermitano da Gabriella Giammanco. Candidata dell’ultimo minuto alle scorse Europee, la senatrice era stata inserite nella lista dei papabili dallo stesso Gianfranco Micciché. Ma Tajani e soci non ne hanno tenuto conto: “E’ molto grave dover constatare che non sia presente alcun rappresentante di Forza Italia Sicilia nella squadra di governo. E’ fin troppo evidente che se il partito riesce a mantenere percentuali di consenso non esaltanti ma dignitose è proprio grazie al prezioso contributo e alle performance delle regioni del Sud – ha detto la Giammanco -. Alle elezioni europee abbiamo mantenuto il 17%, a fronte dell’8 a livello nazionale. Dato che, senza il voto dei siciliani che rappresentano ben il 10% degli elettori italiani, sarebbe crollato al 6,3%. Forza Italia in Sicilia può contare su 700 amministratori locali, solo la provincia di Messina ne conta più del Veneto o della Lombardia. Eppure la Sicilia non ha alcun rappresentante nel governo Draghi, né tra le prime né tra le seconde file. Credo che il presidente Berlusconi e i dirigenti di partito tutti debbano aprire una seria riflessione su questo. In caso contrario il rischio è di veder presto disperdere questo enorme capitale”.
Dopo le uscite dei suoi fedelissimi, anche Micciché nella serata di ieri ha rotto il silenzio: “Ho assoluta fiducia nella ministra per il Sud, Mara Carfagna, che, ne sono certo, si adopererà a favore del Meridione d’Italia. Però, la mancanza di sottosegretari siciliani nella squadra di governo mi preoccupa molto, specialmente nella fase in cui si dovranno assegnare le risorse europee del Recovery plan”.