Forza Italia non ha ancora sciolto i nodi, anche se in una lettera recapitata ad Arcore un mesetto fa, nel bel mezzo della sessione finanziaria, il gruppo azzurro all’Ars, che fa riferimento a Renato Schifani, avrebbe chiesto la destituzione del commissario regionale, Gianfranco Micciché. Quest’ultimo, all’indomani della rottura col governatore per la mancata concessione dell’assessorato alla Sanità (andato a una ‘tecnica’), è stato confinato al gruppo Misto, ma tuttavia è detentore del simbolo. E se qualcuno – Berlusconi? – non si deciderà a farlo fuori, sarà ancora lui il “compositore” delle liste di FI alle prossime Amministrative.
Per questo, come trapela in queste ore (anche a seguito di un vertice palermitano), gli schifaniani potrebbero presentare delle liste autonome. La sostituzione di Miccichè non è un tema all’ordine del giorno. Il Cav., per una questione affettiva, non ha mai preso atto della volontà della maggioranza del partito (12 dei 13 deputati all’Ars sono contro Micciché) e non vorrebbe farlo nemmeno stavolta. Micciché, che in una prima fase sembrava disposto a cedere, secondo Live Sicilia avrebbe chiesto in cambio l’assessorato al Bilancio: una provocazione in piena regola.
Ma è audace anche la proposta degli schifaniani, svelata da ‘La Sicilia’: cioè quella di sostituirlo con Marcello Caruso, braccio operativo del presidente della Regione, ai vertici di numerose società partecipate (tra cui la Sas) e da poco nominato capo della segretaria particolare dello stesso Schifani a Palazzo d’Orleans. Si tratterebbe di una nomina fin troppo di parte e significherebbe consegnare il partito siciliano a Schifani, che in questi mesi ha traccheggiato apertamente con Fratelli d’Italia: Meloni e Berlusconi, a Roma, continuano ad annusarsi con reciproca diffidenza. Diversa sarebbe la scelta di un ambasciatore di pace come Giorgio Mulè. Non basterebbe a ricucire lo strappo – lo stesso Schifani ha confermato in un recente incontro col Cav. che non c’è alcun margine – ma almeno garantirebbe la tregua nel pre-Amministrative. Dove Forza Italia, com’è accaduto nelle primissime battute all’Assemblea regionale, potrebbe presentarsi in due distinti schieramenti. Armati fino ai denti.