Il centrodestra? “Vinceremo le prossime elezioni regionali”. Ma soprattutto, “non ci sono problemi” nella coalizione di governo. Le due verità di Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars e commissario regionale di Forza Italia, arrivano durante lo scambio d’auguri con la stampa parlamentare, a palazzo d’Orleans. Parole giudiziose per chi – come alla cerimonia del Ventaglio, prima della pausa estiva – ci aveva abituato ad altro. La frattura con Musumeci sembra ricomposta, anche se resta l’ultimo tassello: il rimpasto. “Forza Italia non ha mai chiesto un rimpasto – spiega però Micciché -, chiediamo invece una modifica dell’assetto assessoriale per risolvere alcuni normali equilibri interni al nostro partito relativi alle rappresentanze delle diverse province. Quando? Speriamo presto”. Il rimpasto, semmai, “avviene quando ci sono problemi nelle maggioranze”, e non è questo il caso.
Il leader azzurro ha parlato anche della liberazione dei pescatori di Mazara, dopo lo scontro coi grillini sulla visita di Conte e Di Maio al generale Haftar per ottenere la liberazione dei marittimi: “Berlusconi ha detto quello che sapevo già, c’è stato l’interessamento di altre Nazioni sulla liberazione (il Cav ha parlato di Putin, ndr) e questo è un fatto certo. Il rapimento non si è verificato per l’annoso problema delle miglia, ma ha avuto un significato di altro tipo. Era problema diplomatico, lo sapevamo dall’inizio ma ce lo siamo tenuti per noi. La visita fatta dal ministro degli Esteri a una parte della Libia e non ad altri aveva creato questo disagio durato fin troppo, 108 giorni”.
Micciché ha sfoderato alcuni dati riferiti all’attività di Sala d’Ercole: “Nel 2020, nonostante il coronavirus, abbiamo approvato 31 leggi, di cui 14 di iniziativa parlamentare e 17 su input governativo. Credo sia stato un anno di grande attività, che ha segnato anche l’avvio di importanti riforme in Parlamento”. I rifiuti? “Il presidente Nello Musumeci dice che quella riforma è ferma all’Ars da un anno. È vero, ma se non si trova un accordo politico non si può votare, essendo una proposta molto complessa. Spero sia varata nei primi messi dell’anno prossimo, così come tra quelle d’iniziativa parlamentare ritengo fondamentare quella sul randagismo”. Sui risparmi di palazzo Reale: “Negli ultimi anni abbiamo speso 25 milioni di euro in meno. Solo in questa legislatura – ha aggiunto – i risparmi sono stati di dieci milioni”. Soldi finiti anche nella manutenzione di Palazzo Reale, che però ha risentito dell’epidemia.
Al fianco di Micciché c’era pure Patrizia Monterosso, direttrice della Fondazione Federico II, che gestisce il palazzo: “Chiudere è stato un grande dolore, ma guai a farsi trovare impreparati. Bisogna ripartire con grandi progetti cui stiamo lavorando come l’apertura del percorso archeologico delle mura puniche. Alcune attività programmate nel 2020 saranno posticipate con arricchimenti nel 2021”.