La festa dell’orgoglio gay ha colorato ieri Messina. Un lungo corteo, organizzato grazie alla presenza di una cinquantina di associazioni, è partito alle 17.30 da piazza Antonello, si è mosso verso corso Cavour, poi ha puntato su piazza Cairoli e via Garibaldi, prima dell’approdo finale a Piazza Unione Europea. Il primo pride dello Stretto è stato molto rumoroso e partecipato. I preparativi sono durati mesi e la risposta della comunità Lgbt è arrivata puntuale. Secondo una stima i partecipanti sarebbero stati circa 1.500.
Soddisfatto Rosario Duca dell’Arcigay di Messina: “Questo non è il gaypride è il pride perché vuole rappresentare e rivendicare i diritti di tutti, del bambino a non essere bullizzato, della donna che non deve essere maltrattata, del disoccupato ad avere un lavoro e del lavoratore ad essere pagato giustamente insomma i diritti di tutti ed anche quelli degli omosessuali ad avere riconosciuto quello che la costituzione già ci riconosce, l’articolo 3 dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e non possono essere discriminati, noi chiediamo quella applicazione. Abbiamo avuto le unioni civili – aggiunge – ma abbiamo una battaglia ammiraglia: il matrimonio egualitario e le adozioni, sappiamo amare i bambini come lo sanno fare gli altri perché abbiamo amore da dare”, conclude. Al Pride, che è stato possibile grazie al contributo di un centinaio di sponsor, hanno partecipato anche movimenti partiti e sindacati: “Ricordiamo come comunità gay messinese – conclude Duca – anche Wanda, travestito ucciso 15 anni fa, secondo noi per un atto omofobo. Per questo abbiamo chiesto la riapertura delle indagini”.