L’intervista che Renato Schifani ha concesso a Repubblica vale più di un ritratto. Provate a leggerla da capo a fondo: vi accorgerete che non c’è mai un pensiero per la Sicilia, per le sue sofferenze, per i suoi mille problemi tutti da risolvere. Non c’è un progetto, né la bozza di una riforma da approntare e varare subito. Se si parla di Forza Italia lui cita i suoi rapporti personali con Paolo Berlusconi. E quando il giornalista gli ricorda la penosa sfuriata contro il vescovo di Cefalù, non entra nel merito delle cose; né ammette di avere ceduto alla rabbia o, peggio, a un impulso rancoroso. Preferisce esibire i nomi dei reverendissimi cardinali che ha avuto modo di frequentare a Roma. Come a dire: meritavo a dir poco il Quirinale e invece mi ritrovo qui, in questa lontana isola del sud, per di più a combattere con un terragno vescovo di provincia. Alleluja.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Meritava il Quirinale e invece è finito qui
paolo berlusconirenato schifani
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