Palazzo Chigi informa. Il ministro competente tace. Succede a ridosso del primo Consiglio dei ministri targato Giorgia Meloni. La prima vera riunione operativa con l’approvazione di due provvedimenti, uno sulla Giustizia, l’altro sul Covid. E se sul reintegro dei 3.400 medici non vaccinati nelle corsie degli ospedali il ministro Orazio Schillaci si era in parte espresso nei giorni scorsi, riguardo il mantenimento dell’ergastolo ostativo il Guardasigilli Carlo Nordio manifesta chiaramente tutta la sua differenza culturale rispetto a un modo di intendere la giustizia da parte di Fratelli d’Italia – che pure lo hanno scelto come ministro e lo volevano presidente della Repubblica – che non è quello dell’ex magistrato veneto considerato l’emblema del garantismo senza se e senza ma. Ed è sulla base di queste differenze sostanziali che il premier ha centralizzato la decisione e anche l’informazione diffondendo direttamente i primi contenuti in materia giudiziaria e sanitaria dando l’impressionare di bypassare su questi dossier i titolari dei ministeri. Continua su Huffington Post

Le Operette immorali
(di Giuseppe Sottile)

Governo garantista? Abbiamo scherzato

La politica è fatta così. Basta una settimana e tutto si rovescia. Entriamo negli ingranaggi della giustizia. Fino al giorno delle dichiarazioni programmatiche sembrava che stesse per aprirsi una nuova era. Nell’aula del Senato Giorgia Meloni stroncava con furore i labirintici teoremi di Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo e ora senatore del M5s, il partito che raduna i giustizialisti di Conte e Travaglio. Non solo. Sempre quel giorno gli sguardi erano puntati sul garantismo di Carlo Nordio, nuovo ministro Guardasigilli. Ma in un un batter d’occhi il quadro si è ribaltato. Oggi il governo dovrà decidere sull’ergastolo ostativo e Palazzo Chigi fa sapere che l’orientamento è quello di negare, ai boss che non collaborano, i benefici di legge. Costretta a scegliere tra Nordio e Scarpinato, Giorgia sceglierà Scarpinato. E’ la politica, bellezza!