Ci sono voluti ben otto giorni, per vedere ciò che, a occhio nudo, era già abbastanza evidente. E cioè che quella marmaglia fascistoide, squadernata dai video di Fanpage avrebbe avuto un effetto dannoso (immediato e potenziale) in termini di sputtanamento per Giorgia Meloni, e dunque qualcosa andava fatto e detto. Insomma, Borgo Egnazia e “heil Hitler”, sia pur per folklore, non stanno assieme. E nemmeno, per intenderci, Ursula bis e Raffaele Fitto commissario. E magari, la nostra premier deve aver capito, sempre dopo qualche giorno, anche un’altra cosa: per il ruolo che ricopre, queste cose, purtroppo, non si circoscrivono nei confini di Colle Oppio, ma riguardano la famosa Nazione cui tanto si parla. E quelle immagini erano buone, prima o poi, per aggiornare la famosa foto dello Spiegel, togliendo spaghetti e pistola e mettendo qualche braccio alzato. Il tempismo in politica non è un dettaglio: le più grandi svolte spesso, nascono dal guizzo, anche solitario, su una situazione colta come occasione. Si chiama leadership: lo scarto, che gli altri non si aspettano, per poi trascinarteli dietro. Continua su Huffington Post
Alessandro De Angelis per HuffPost
in Buttanissimi Extra
Meloni intima ai suoi di lasciare la ridotta fascista. Per sempre
giorgia meloni
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