Ci sono voluti ben otto giorni, per vedere ciò che, a occhio nudo, era già abbastanza evidente. E cioè che quella marmaglia fascistoide, squadernata dai video di Fanpage avrebbe avuto un effetto dannoso (immediato e potenziale) in termini di sputtanamento per Giorgia Meloni, e dunque qualcosa andava fatto e detto. Insomma, Borgo Egnazia e “heil Hitler”, sia pur per folklore, non stanno assieme. E nemmeno, per intenderci, Ursula bis e Raffaele Fitto commissario. E magari, la nostra premier deve aver capito, sempre dopo qualche giorno, anche un’altra cosa: per il ruolo che ricopre, queste cose, purtroppo, non si circoscrivono nei confini di Colle Oppio, ma riguardano la famosa Nazione cui tanto si parla. E quelle immagini erano buone, prima o poi, per aggiornare la famosa foto dello Spiegel, togliendo spaghetti e pistola e mettendo qualche braccio alzato. Il tempismo in politica non è un dettaglio: le più grandi svolte spesso, nascono dal guizzo, anche solitario, su una situazione colta come occasione. Si chiama leadership: lo scarto, che gli altri non si aspettano, per poi trascinarteli dietro. Continua su Huffington Post