In capo a una settimana furiosa, tocca mettere giù alcuni punti che a noi sembrano fermi.

Primo, aver liberato il generale Almasri è stata una porcheria. Probabile e augurabile che fosse una porcheria necessaria, e non soltanto per evitare che dalla Libia riaprissero le acque ai migranti, ma anche per tutelare i nostri lavoratori in Libia, i nostri interessi economici e geostrategici in una terra di delicatissimi equilibri e di internazionali appetiti. Però un conto è farle, le porcherie, un conto è legittimarle, addirittura rivendicarle: lo scrive stamattina Andrea Malaguti, direttore della Stampa, e non lo capisce Bruno Vespa, purtroppo. Tutto il suo sdegno per il moralismo di sinistra equivale al mio stupore per un giornalista che ha fatto del disincanto e di un certo romano, morbido cinismo la cifra della sua carriera, ora arricchita di una coda di imprevista iraconda passionalità. Un conto è farle, le porcherie, un conto è farsi scoprire, aggiungo. Non sarà certo un lupo di mare come Vespa a ignorare la differenza fra un governo che fa porcherie e un governo beccato mentre le fa: il secondo, per sovraccarico di inettitudine, è mille volte più inaffidabile e pericoloso. Che qualcuno non si sia dimesso per la gestione amatoriale del caso, attiene alla tradizione del paese e all’indole di un governo che vive il suo incarico asserragliato dentro la fortezza psicologica di Colle Oppio. Continua su Huffington Post