“Non lo faccio più”, promette il tizio al vice sindaco Fabio Giambrone – nell’insolita veste di sceriffo per un giorno – che l’ha beccato mentre gettava rifiuti in orario non consentito. Multa (salata) e promessa: “non lo faccio più!”. Ma se all’alba di qualche giorno fa, il secondo cittadino di Palermo – in missione per conto dell’igiene ambientale – non lo avesse colto in fallo, chissà quante altre volte ancora il tizio si sarebbe portato il sacchetto della spazzatura da Alcamo, Capaci, Isola etc per poi gettarlo nel primo cassonetto utile.
Non lo farà più, certo. Non lo farà più per il bel verbale che si è portato a casa, of course! E’ la dimostrazione lampante che per contrastare (e sconfiggere) l’inciviltà non ci può altro. E che tutte le altre soluzioni sono solo perdita di tempo e risorse. Sensibilizzazione, campagna informativa, incontri con la cittadinanza, opuscoli e brochure. Ma quando mai. Repressione ci vuole, e basta. Multe e verbali. Inutile prendersi in giro con i percorsi di legalità. A Ginevra forse può andare bene la campagna di sensibilizzazione. A Bolzano magari. Ma nel meridione, al Sud, a Palermo no, proprio no.
Vai a 120 nel centro urbano? Altro che incontri nelle scuole, pubblicità progresso sui social etc. Autovelox, fissi ovunque. E multe, salate. In viale Regione ha funzionato e funziona alla grande. La gente non corre più. Al telefono mentre si è alla guida? Verbale e punti dalla patente. Subito. Auto in doppia fila? Multa e carro attrezzi, senza se e senza ma. Non si può continuare a tollerare di essere ostaggio dell’inciviltà di pochi (o forse di molti) che godono pure di una incomprensibile impunità.
E basta con questi inutili interventi sociali finalizzati all’educazione al rispetto delle regole e alla civile convivenza. La ricetta è un’altra: maggiori e severi controlli, più controllori per le strade e sanzioni a tinchitè. Della carota i barbari selvaggi se ne sbattono. Ci vuole il bastone, solo quello. E li vedrete poi, a capo chino, pentirsi e dire “non lo faccio più”.