Il sindacato dei dipendenti regionali Cobas/Codir ha depositato al Tar Sicilia un ricorso chiedendo ai giudici amministrativi l’annullamento dei bandi di concorso alla Regione, chiusi a fine febbraio con quasi 200 mila istanze per 1.170 posti, la quota maggiore nei Centri per l’impiego.
«Appare necessario tutelare le legittime aspettative di progressione di carriera del personale dipendente della Regione e, al contempo, consentire il necessario ricambio generazionale all’interno dell’amministrazione aprendo i pubblici concorsi a nuove leve, ma nel rispetto delle normative vigenti e nel rispetto di tutti i lavoratori – sostiene il sindacato dei dipendenti regionali – Il governo regionale, fino ad oggi, ha ritenuto di mortificare i propri dipendenti che da oltre vent’anni non vengono interessati da alcuna progressione di carriera e possibilità di crescita professionale bandendo dei concorsi illegittimi in quanto, contrariamente a quanto previsto dalla Legge, non ha preventivamente verificato la possibilità di coprire i vuoti di organico anche tramite figure professionali già presenti nei propri ruoli».
«I concorsi banditi dalla Regione Siciliana vanno avanti. Per quanto riguarda la riclassificazione del personale già in servizio abbiamo già stanziato delle risorse e le stiamo integrando con ulteriori fondi. Il percorso con l’Aran per giungere quanto prima alla firma del nuovo contratto dei dipendenti regionali del comparto non dirigenziale è già stato avviato dal governo Musumeci». Lo dichiara l’assessore alla Funzione pubblica della Regione Siciliana, Marco Zambuto, in relazione al ricorso al Tar presentato dal sindacato Cobas/Codir.
“Se il Governo pensa di poter fermare il nostro ricorso contro i concorsi mettendo sul piatto appena 2 milioni per il rinnovo del contratto dei Regionali, si sbaglia di grosso: i lavoratori non sono in vendita e non accetteremo compromessi al ribasso. Senza le progressioni verticali, andremo avanti per bloccare i concorsi da cui i Regionali sono stati ingiustamente esclusi”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal, commentando la riunione odierna all’Aran per il rinnovo del contratto dei Regionali. “L’Aran, anziché presentarci numeri e cifre, ha chiesto ai sindacati di presentare una proposta di contratto – spiegano Badagliacca e Lo Curto – Un banale tentativo di prendere tempo, visto che la situazione è ben nota: dei 56 milioni annunciati, solo 43,9 sono disponibili per il comparto di cui 18 per oneri riflessi, il che porta la cifra reale ad appena 26 milioni. Somme insufficienti per la riqualificazione e le progressioni di carriera per le quali servirebbero almeno 50 milioni e i 2 annunciati dal Governo per riparare all’eliminazione delle riserve dai bandi di concorso ovviamente non risolvono nulla. Non ci accontenteremo e ribadiamo che siamo pronti ad andare avanti col ricorso contro i concorsi, continuando a raccogliere gratuitamente le adesioni dei lavoratori”.