Il mondo sconvolto da Donald Trump, la guerra e la pace in Ucraina, l’Italia liberale e i diritti. Marina Berlusconi affida il suo pensiero a una lunga intervista a Claudio Cerasa per il Foglio in cui affronta i temi più caldi del momento. A cominciare dagli Stati Uniti di oggi.

DONALD TRUMP. “Non voglio accodarmi alla fila di coloro che demonizzano Trump a priori: stiamo parlando del presidente della più grande democrazia al mondo, legittimamente eletto dal suo popolo, ed è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi. Indubbiamente le sue prime mosse generano più di una preoccupazione, ma va anche detto che il forte pragmatismo di certe iniziative potrebbe portare a risultati rilevanti come la fine della guerra in Ucraina. Ma se fosse una pace fatta sulla pelle di Kyiv e dell’Europa non credo si potrebbe considerare un bene. Mi auguro davvero, in ogni caso, che il futuro possa dimostrare come le preoccupazioni iniziali fossero immotivate. Per il momento non si può ignorare che molti dei primi interventi di Trump hanno sì portato qualche vantaggio immediato agli Stati Uniti, ma alla lunga la sua strategia di mettere gli altri paesi continuamente sotto pressione si trasformerà in una forza centrifuga sempre più violenta, capace di separare e dividere la comunità occidentale. Spero davvero che il paese che è sempre stato il principale garante dell’Occidente non abbia ora un presidente che ambisce a diventare lui il ‘rottamatore’ dell’Occidente stesso, demolendo così tutto quello che l’America è stata negli ultimi ottant’anni: molte delle sue prime mosse, purtroppo, assomigliano ad atti di bullismo politico, in cui gli Stati Uniti si pongono come il solo e incontrastato numero uno, mentre gli alleati vengono trattati come paesi-satellite”… “Personalmente mi rifiuto di credere che l’America possa arrivare a rinnegare il suo ruolo guida di paese più potente del mondo, che ha sempre esercitato in nome del multilateralismo e del sostegno tra alleati. Il fatto, però, che se ne possa anche solo dubitare è di per sé stesso inquietante”… “Da convinta sostenitrice del libero mercato, non posso che avere grosse perplessità su tutto ciò che sono i dazi e, più in generale, il protezionismo. E comunque oggi esistono anche modelli ultraliberisti come quello del presidente argentino Javier Milei, che i dazi invece li toglie e che, almeno per ora, sta riuscendo a risanare i conti di un paese da decenni in balia dei default”. Continua su Huffington Post