Sanità senza anestesisti

Mancano i medici, la sanità siciliana è a pezzi, ma la politica ritarda le decisioni sulla governance di Asp e ospedali

I responsabili dei reparti di terapia intensiva denunciano “carenze drammatiche” di anestesisti e rianimatori. E’ l’ultima tegola che si abbatte sull’assessorato alla Salute, già alle prese con la difficile vertenza che riguarda i privati convenzionati e con le proroghe al personale Covid.

A Vittoria, che con Comiso raggiunge i 100 mila abitanti, ci sono solo 9 anestesisti su 19 previsti in pianta organica; a Militello in Val di Catania che con Palagonia, Scordia e Vizzini raggiunge i 50 mila abitanti sono 4 su 17. La situazione langue pure a Gela (7 su 19) per un comprensorio che si estende a servizio di 72 mila abitanti, mentre a Niscemi – viene sottolineato nella lettera – con quasi 30 mila abitanti non è prevista alcuna assistenza rianimatoria. La denuncia arriva dalle province della Sicilia centrale e Sud-orientale e riguarda, spesso, comprensori ad alta densità abitativa.

La carenza di risorse porta a situazione di estrema criticità: “E’ verosimile pensare che il parto cesareo a Lentini sia assistito da un anestesista che è alla sesta, settima notte di guardia in due settimane, o che il politraumatizzato che arriva al Pronto Soccorso di Modica trovi ad assisterlo un anestesista che non prende ferie o riposi da tre o più mesi”. “E questi scenari, sono assai inverosimili su Catania, Messina o Palermo», scrivono i responsabili, all’indirizzo dell’assessore alla Salute del governo Schifani. Nella nota si evidenzia inoltre che “non è più tollerabile fare 8, 10 o 12 notti di guardia in un mese, non è tollerabile non poter minimamente programmare la propria vita famigliare, non è tollerabile accumulare giorni di ferie non goduti (alcuni colleghi vantano oltre 300-400 giorni di ferie residui)”. Adesso la palla passa alla Regione.

Enrico Ciuni :

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