Ora che il governo del premier Michel Barnier, durato appena due mesi e 29 giorni, è stato sfiduciato dall’Assemblea nazionale con 331 voti su 574, per il presidente della Repubblica Emmanuel Macron si è girata la clessidra: in pochissimo tempo, 24 ore, dovrà tirare fuori dal cilindro il nome di un nuovo primo ministro. Il bisogno di fare in fretta – rispetto ai quasi 50 giorni che si è preso prima di indicare Barnier – è dovuto a una serie di motivi. Da una parte, c’è la volontà di non presentarsi senza un governo davanti a Donald Trump, che questo fine settimana sarà a Parigi per la riapertura della cattedrale di Notre-Dame (“è una questione di credibilità per la Francia”, spiegano fonti vicine a Macron all’emittente Bfmtv). Dall’altra, c’è il desiderio di non prestare ulteriormente il fianco a chi, da sinistra, invoca le sue dimissioni ed elezioni presidenziali anticipate. Soprattutto, c’è la necessità di prendere in mano i conti pubblici – che sono disastrosi – e dare alla Francia una legge di bilancio. Se non si troverà una soluzione rapida, i deputati dovranno votare una “legge speciale” che garantirà la continuità del funzionamento dello Stato: non proprio l’ideale per un Paese che aspira a essere leader d’Europa. Continua su Huffington Post