Diciamoci la verità: finché c’era Vittorio Sgarbi questo Governo regionale faceva battere i cuori. Certo, non per tutti allo stesso modo, ma li faceva battere. Per alcuni erano palpiti d’amore, per altri pura tachicardia, ma erano quel tanto di pepe che ci teneva svegli.
Senza voler affatto mancare di rispetto al suo successore – un altro illustre professore peraltro – dobbiamo però dirci le cose come stanno: da quando Vittorio non c’è più è tutto un mortorio.
Perché se è pur vero che i primi mesi della legislatura non hanno tratteggiato i contorni di una Giunta a marcia spedita, le ultime settimane hanno drasticamente rallentato i battiti cardiaci di noi spettatori.
Il Governo sarà sì in balìa di una maggioranza risicata in Sala d’Ercole ma il timoniere di Militello Val di Catania, da capitano navigato quale è, non dovrebbe mancare del polso necessario né degli alleati giusti per tirarci fuori da questa secca. Terminata la sessione elettorale, poche scuse.
Presidente, metta da parte le strategie nazionali in vista delle elezioni europee, il partito dei governatori e le alchimie romane. Rivolga lo sguardo alla sua Sicilia, ritorni alla guida della sua Giunta e facciamo ripartire queste benedette macchine da guerra che sono gli assessorati.
A proposito di assessori, le attività produttive, ad esempio.
Con le attività produttive si può fare la terza guerra mondiale.
Ok, l’autore del virgolettato non sarà uno stinco di santo – è l’ex Sicindustria Antonello Montante, oggi agli arresti – ma quello che dice è verità.
Se sei a capo di un assessorato così, in Sicilia hai voglia di far politica! Figuriamoci poi con due assessorati come la Sanità e il Turismo.
Ecco, appunto. Non per toccare un nervo scoperto signor Presidente, ma mi tolga una curiosità: se è seduto su due o tre macchine da guerra, come caspiterina fa il suo partito a prendere in casa, a Catania, appena il 5,9%?