A stretto giro, novembre al massimo, Renato Schifani potrebbe beneficiare della prescrizione e uscire ‘pulito’ dal processo Montante, che lo vede imputato per concorso esterno in associazione a delinquere semplice e rivelazione di notizie riservate. Come scrive ‘Repubblica’, solo il presidente della Regione siciliana potrebbe rinunciare ai benefici previsti dalla prescrizione e affrontare il giudizio dei magistrati. Anche se il suo avvocato, Roberto Tricoli, ha fatto sapere che “è presto per esprimere valutazioni, dobbiamo fare i calcoli”.
In questa storia del gennaio 2016 compare anche l’avvocato Angelo Cuva, imputato come Schifani. Oltre a varie intercettazioni che lo tirano in ballo con il nome in codice di “professore Scaglione” (così sostiene l’accusa), il nome dell’ex presidente del Senato compare tra le carte di Montante, in un appunto recuperato dalla polizia. C’è scritto: «13 settembre 2012. Ore 20,30 cena Arturo Esposito poi incontrato Schifani e Vicari». Un dettaglio che smentirebbe quanto Schifani ha sempre detto, cioè di “non aver mai avuto rapporti di amicizia e frequentazione” con l’ex numero uno di Sicindustria.
Per la sua posizione di imputato eccellente, anche all’indomani del voto, il presidente dell’Antimafia regionale Antonello Cracolici evidenziò la posizione scomoda del governatore, beccandosi i rimbrotti della coalizione di centrodestra che decise di disertare la prima seduta di commissione. Tra qualche settimana, però, questa vicenda potrebbe essere soltanto un ricordo.