Una partita vinta e una persa. Ma quella vinta vale di più, secondo Michele Mancuso, deputato regionale e coordinatore nisseno di Forza Italia. Che si gode il successo di Lucio Greco a Gela nel ballottaggio delle Amministrative: “Il risultato che sento più mio – spiega – è essere riuscito a fermare la Lega. A Gela, ma anche a Caltanissetta. Dove il candidato forte, al primo turno, non era Gambino ma il leghista Aiello”. Che un paio di domeniche ha preso il 12% e al ballottaggio ha scelto di appoggiare il M5S. E il M5S ha vinto: è il secondo capoluogo di provincia, dopo Ragusa nel 2013, a issare a palazzo di città la bandiera del Movimento.
“Non voglio trovare attenuanti, ma a Caltanissetta non abbiamo perso noi – spiega Mancuso – Quello che si doveva fare l’abbiamo fatto al primo turno: le nostre liste hanno superato il 43% e Giarratana era quasi al 38%. Ma al ballottaggio, complice l’astensionismo (ha votato appena il 42,64% degli aventi diritto) e l’inciucio con la Lega, che ha sostenuto Gambino ufficialmente, ai è arrivati a questo risultato. Ma non mi sento la sconfitta sul groppone – aggiunge il deputato regionale – se non per il grande rapporto d’affetto con tutti coloro che ci hanno messo la faccia, il candidato sindaco in primis”.
La sconfitta di Michele Giarratana è stata netta. Il suo rivale, Roberto Gambino, ha ottenuto il 58,85% dei voti dopo essersi fermato sotto la soglia del 20% il 28 aprile. Per inquadrare questi numeri, Mancuso si dà anche un’altra spiegazione. Legata più o meno direttamente alla sentenza su Antonello Montante, l’ex capo di Sicindustria. Molti detrattori di Giarratana, negli ultimi giorni, hanno “riposizionato” il candidato del centrodestra nel cerchio magico dell’imprenditore: “A Giarratana sono stati rivolti attacchi calunniosi allo scopo di indebolirlo. Non posso dire che siano state queste chiacchiere, però, a determinare la sconfitta. Ma forse i 5 Stelle ci hanno creduto più del centrodestra: Di Maio è stato molto presente e s’è visto”.
Il risultato di Gela, con la vittoria di Lucio Greco su Giuseppe Spata, ha invece un valore fortissimo secondo Mancuso: “Siamo riusciti a fermare la Lega adottando il progetto di Gianfranco Micciché che non equivale a mettere insieme Forza Italia e il Pd, ma a riunire i moderati. Oggi soltanto i moderati, di fronte all’incedere di populismi e sovranismi, possono diventare l’alternativa vincente. A Gela è successo ed è emblematico. Greco? Io credo che al centro della politica debba esserci sempre l’uomo e non la sommatoria dei voti portati dai consiglieri comunali. Ho creduto a Greco fin dal primo momento, nonostante quello che è successo dentro Forza Italia (i movimenti di Armao e la Bartolozzi). Non avevamo alcun dubbio che accadesse, ma oggi possiamo dire di aver avuto ragione su tutto”.
La chiosa sulla prestazione di Lega, che ha perso anche la sfida di Mazara, e Cinque Stelle, che hanno “preso” Castelvetrano: “Il tentativo di invasione leghista in Sicilia, a mio parere, non può funzionare. Il populismo dei 5 Stelle, invece, funziona ancora. Anche se questa terra in passato gli ha dato il 40% e oggi si ferma al 15. Questo vuol dire che c’è in atto una prova di resistenza”.