I presidi chiedono il rinvio del rientro a scuola per far fronte all’aumento dei contagi, ma dall’Esecutivo niente passi indietro, come afferma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”. Le sue parole sono arrivate oggi, a margine delle celebrazioni dell’anniversario della nascita della bandiera Tricolore a Reggio Emilia. Bianchi è stato categorico sull’appello firmato da oltre 1.500 presidi per chiedere di posticipare di due settimane (restando in Dad) il rientro tra i banchi di lunedì, per permettere di vaccinare tutti gli alunni. “Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto il ministro.
Il fronte del ‘no’ si irrobustisce col passare delle ore. Anche il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, va in pressing: “Quello che temevamo si sta puntualmente verificando. Ricevo da centinaia di sindaci e da moltissimi presidi sollecitazioni per rinviare la ripresa delle attività scolastiche prevista dal governo centrale per lunedì 10 gennaio. Avevamo anticipato al ministro che con queste norme nazionali sulla riapertura delle scuole sarebbe stato il caos, va ricordato infatti che in zona gialla le Regioni non hanno autonomia nel determinare la sospensione delle attività scolastiche. Ho appena scritto al presidente Draghi rappresentando la gravità della situazione delle ultime ore e ribadito le stesse perplessità da noi espresse nel confronto Stato-Regioni dei giorni scorsi. Valuteremo attentamente nelle prossime ore l’evolversi del contagio per valutare eventuali ulteriori provvedimenti”.