Nessuno si azzardi a toccare un giocattolino che funziona così bene. A Orlando e ai 5 Stelle si accappona la pelle a sentir parlare di privatizzazione degli aeroporti. Gli steccati dell’ideologia, nel caso di Punta Raisi, sono accompagnati da alcuni dati che certificano la buona tenuta dell’aeroporto Falcone-Borsellino, a fronte di una gestione in regola come quella di Gesap. Per questo Orlando, non appena dal governo regionale hanno paventato l’ipotesi di inserire nel collegato una norma che incentivi i comuni a uscire dalle società di gestione degli scali, ha piazzato le tende e non si è più mosso. Gli inviti di Musumeci rimarranno soltanto inviti: fino a quando a palazzo delle Aquile ci sarà io – è la parafrasi del messaggio del “professore” – di privatizzare Gesap non se ne parla. E ha aggiunto, testualmente: “Dopo il 2022 se c’è qualcuno che avrà il coraggio di svendere un aeroporto che funziona lo potrà pure fare”. Aggiungendo che “sull’insistenza a privatizzare” lui “non ci vede chiaro”. Le perplessità di Orlando sono quelle del Movimento 5 Stelle siciliano, che, appurata l’esistenza della norma (la quale, fra le altre cose, prevede di ridurre i trasferimenti del 10% ai comuni che non si adeguano) ha provato a spingere Toninelli per bloccare tutto. Ma anche il ministro ha dovuto (per ora) fare spallucce: sembra che dal tentativo di privatizzazione – legittimo – sia impossibile tornare indietro.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Ma Orlando non cede l’aeroporto di Palermo
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