“In nessuno dei comuni al voto, le forze di centrosinistra chiudono accordi senza il Pd. Siamo il baricentro della coalizione”. Anthony Barbagallo, a due mesi dalla proclamazione a segretario regionale del Partito Democratico, non si sottrae alle critiche. Ma tira fuori gli artigli. Quando lo intercettiamo è reduce da un appuntamento elettorale a Marsala, dove sostiene il sindaco uscente Di Girolamo, e sta per dirigersi nel Catanese per un’altra “giornata d’inferno”. In questa lunga estate da segretario non ha mai tirato il fiato: “Sono stato impegnato nella riorganizzazione del partito: è un’esperienza volta a garantire una presenza continua a costante sul territorio, già a partire da queste Amministrative. Stiamo cercando, con l’aiuto di dirigenti e militanti, di costruire una proposta politica. Abbiamo dovuto farlo in fretta, considerate le scadenze elettorali”. Spieghiamo a Barbagallo che fuori dai recinti “dem” questo impegno appare ondivago. Mentre a Roma il segretario Nicola Zingaretti è costretto a flirtare coi grillini per tenere in piedi il governo giallorosso, nato giusto un anno fa, a Palermo il partito è liquido e non prende posizione su alcune delle questioni più dirimenti.
Dopo la relazione dell’assessore Armao all’Ars, da cui si evince la totale paralisi della Finanziaria, ci si saremmo aspettati un intervento forte da parte del Pd. Invece niente…
“Mi dispiace che +fuori ci sia questa percezione, ma le assicuro che in aula sono volate parole grosse. Noi continuiamo a ritenere che il ritardo alla Regione è veramente imperdonabile. La conferenza stampa di Musumeci, in cui annuncia un piano Covid da 278 milioni, avrebbe dovuto convocarla il 16 maggio, due settimane dopo l’approvazione della Legge di Stabilità. E non il 16 settembre. I siciliani non hanno visto un euro, ma l’unica cosa che riesce a questo governo dare le colpe agli altri”.
Ha idea di dove siano finiti gli oltre 800 milioni di fondi Poc?
“Ci sono due sole regioni in Italia che hanno rimodulato i fondi Poc e una di queste è la Sicilia, che però con tracotanza e ostentazione non cava un ragno dal buco. Il governo regionale ha trascorso i primi due anni e mezzo a dare la responsabilità a chi c’era prima. Ora che questa tesi è diventata poco credibile, hanno spostato il mirino sul governo nazionale. Nelle prossime settimane dovrà essere predisposta la Finanziaria del 2021, e noi ancora non abbiamo speso un euro di quella del 2020”.
Fra i primi decreti, però, c’è quello da 75 milioni per gli operatori del turismo.
“Musumeci, con dignità, avrebbe dovuto prendere atto delle somme che poteva spendere a maggio, e sulla base di quelle programmare gli interventi. Invece non sono stati in grado di definire i bandi per tempo. La stagione ormai è terminata… Questa manovra non sa di beffa, ma di vera e propria presa in giro. E’ insopportabile che chi ha la responsabilità di governo della cosa pubblica, anziché esercitarla con rispetto, si permetta di strumentalizzare sulla pelle dei siciliani. Non c’è un euro e fanno le conferenze stampa”.
E’ stata sospesa anche l’assistenza igienico-personale agli alunni disabili. In queste condizioni non potranno tornare a scuola. Qual è la posizione del Pd?
“Questa è un’emergenza che va affrontata subito. L’assistenza igienico-personale è la sintesi perfetta dell’azione dell’esecutivo, che continua a dimenticare i più deboli e trascurare gli enti locali, costringendo i comuni a tagliare i servizi. Siamo molto preoccupati: quest’autunno ci aspetta una opposizione dura e pervicace per provare a rimettere questo governo sulla giusta strada”.
Come giudica la ripartenza differenziata delle scuole? Mancano aule e insegnanti di sostegno.
“E’ il risultato di un’estate passata a incensarsi anziché a lavorare. Serviva una programmazione per tempo e non ci convincono affatto le scuse accampate dall’assessore Lagalla”.
A Palermo, confermando la fiducia al sindaco Orlando, non le sembra che il Pd abbia un po’ ignorato le numerose emergenze (i rifiuti, in primis) che questa città si trascina da mesi?
“Il Pd palermitano sta facendo un lavoro di concertazione, condivisione, per tenere in piedi non soltanto una proposta coerente ma anche il rapporto con il sindaco. Nel frattempo, stiamo cominciando a lavorare a una nuova prospettiva per la città. Abbiamo qualità e spessore, ma anche stavolta le alleanze si riveleranno fondamentali per costruire la prossima stagione politica”.
Orlando è ancora tesserato al Pd?
“Sì, lo è”.
Cosa voterà al referendum di domenica sul taglio dei parlamentari?
“Naturalmente voterò sì”.
Perché lo ha detto Zingaretti?
“In realtà sono tra quelli che ha votato “sì” anche in direzione nazionale. E poi il Partito Democratico è abituato a rispettare gli accordi di governo. Il Conte-2 si basa su un patto per le riforme che prevede il taglio di deputati e senatori, cui ne seguiranno altre per garantire il radicamento del parlamentare nel proprio territorio e la rappresentanza di quel territorio”.
A parte gli accordi di governo c’è qualcosa che vi accomuna ai grillini?
“Rispetto a 14-15 mesi fa è cambiato il mondo. Ci sono alcune assonanze in termini di proposta politica – la lotta alla legalità, i temi legati all’ambiente e al consumo del suolo – che certamente ci avvicinano. Siamo entrati in una nuova stagione. I rapporti coi Cinque Stelle sono buoni. E anche le interlocuzioni nei Comuni lo dimostrano”.
Non sono pochi due comuni – Termini Imerese e Barcellona Pozzo di Gotto – per valutare l’esperienza del “campo largo”.
“Veramente mi sarei aspettato una riflessione opposta. In Italia abbiamo chiuso l’accordo coi Cinque Stelle in tre comuni popolosi, di cui due in Sicilia. Rappresenta un successo, non un punto di debolezza. Ci convincono i profili dei candidati a sindaco: da un lato una giovane donna (Maria Terranova) dall’altro un uomo (Antonio Mamì, a Barcellona) con una lunga storia personale di impegno civile e sociale. Sono due modelli su cui, col Movimento 5 Stelle, potremo fare ragionamenti anche in ottica futura. Non ci fermeremo a questi due Comuni”.
Come vanno i rapporti con gli “ex” amici di Italia Viva?
“Non era mai accaduto che i nostri simboli fossero apparentati sulla scheda elettorale. Avverrà in cinque Comuni: quelli più significativi sono Ispica e Bronte. C’è un altro aspetto che riguarda i rapporti con Articolo 1, che ci fa entrare in sintonia con tutto il mondo di Claudio Fava: siamo insieme a Marsala, Milazzo, Floridia… Nel centrosinistra non ci sono accordi che non prevedano la presenza del Pd”.
Avete denunciato cose strane a Enna. Cioè che nelle liste del centrodestra siano presenti troppi nomi legati al mondo della sanità. Eppure l’assessore Razza ha sospeso la stagione dei concorsi proprio a causa della scadenza elettorale. Cosa sta succedendo?
“Che mentre noi ci affanniamo a offrire proposte politiche coerenti, alternative, promuovendo una classe dirigente nuova, trovo molto discutibile la costruzione delle liste da parte del centrodestra. Ci preoccupa il metodo utilizzato, che rischia di spostare indietro di 40 anni la lancetta della politica. Per questo ci siamo rivolti alle Procure”.
Anche il presidente della Commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, ha preannunciato “una missione istituzionale ad Enna subito dopo le elezioni, per incontrare il Prefetto, il Procuratore e i rappresentanti delle Forze dell’ordine. Sono arrivate alla Commissione Antimafia regionale molte segnalazioni su presunte interferenze nella campagna elettorale per le amministrative di Enna e sui molti candidati che sarebbero direttamente riferibili all’azienda sanitaria locale di quella provincia. Ovviamente le stiamo inoltrando al Prefetto e al Procuratore della Repubblica di Enna per le loro opportune valutazioni”.