Nella felicissima città di Palermo non paga pegno nessuno. Ricordate gli allegri presidenti di seggio che la mattina delle elezioni, dovendo scegliere tra calcio e democrazia, hanno preferito non aprire bottega per godersi la partita del cuore? Non c’è stata autorità che abbia avvertito il bisogno di convocare uno dei disertori per chiedergli conto e ragione: né il sindaco uscente né il sindaco entrante; né un magistrato inquirente né un giudice d’Appello. E ricordate la sceneggiata del Balilla con i sindacati che gli chiedevano notizie sugli scandali dell’Orchestra sinfonica? Lui, il Cavaliere del Suca, li ha presi a pesci in faccia. Con la sua arroganza e la sua volgarità. Ma non c’è stato un Presidente della Regione che lo abbia richiamato alla decenza. Musumeci miagola di legalità ma non ha mai detto ai bulli di Palazzo d’Orleans che la ricreazione è finita.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Ma nella felice Palermo nessuno paga pegno
leoluca orlandonello musumecipalermoroberto lagalla
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