Il nuovo segretario regionale della Dc, Totò Cuffaro, replica con stizza alle voci provenienti da Roma, dove lo accusano di aver usurpato il nome storico della Democrazia Cristiana, e in parte anche il simbolo, alle ultime elezioni Amministrative: “Trovo un minuto di tempo per rispondere a queste persone – dice Cuffaro a PalermoToday – che sono il nulla del nulla, una fantomatica presenza cartacea. Quando avranno la possibilità di presentare una lista (e so con certezza che non avverrà mai!) allora discuteremo. Fino ad allora, di loro non mi preoccupo. La Democrazia Cristiana è degli elettori”. Ricordando che il logo presentato alle ultime Amministrative non è esattamente quello storico, Cuffaro tira dritto per la sua strada e afferma: “Non so come prendere le loro ridicole diffide, sono una semplice presenza cartacea. La Dc è solo e soltanto di chi la vota”.
La Democrazia Cristiana, nella persona del segretario nazionale Renato Grassi e del segretario amministrativo Mauro Carmagnola, esprime solidarietà e vicinanza al commissario regionale Totò Cuffaro – artefice di una lusinghiera affermazione delle liste DC nei diversi territori siciliani, chiamati al voto – per l’attacco arbitrario e gratuito,
perché sfornito di ogni qualsivoglia titolarità, da parte di tale signora Sabina Scaravaggi, qualificatasi portavoce nazionale della Democrazia Cristiana. La dichiarazione in cui la Scaravaggi accusa Cuffaro di continuare “indebitamente a fare attività politica, usurpando la nostra identità”, è ritenuta arbitraria e infondata e “si scontra con la legittimità di un iter che, a norma di Statuto e in forza di un Decreto giudiziale che ne autorizzò l’iter riorganizzativo, conclusosi con la celebrazione del XIX Congresso in Roma il 13-14.10.2018, ha consentito di dare continuità all’esperienza organizzativa e politica della DC di De Gasperi e Moro, che dal secondo dopoguerra fu protagonista primaria della vita politica ed istituzionale del paese”.
“Giova ricordare – prosegue la nota – anche a riprova dell’assoluta titolarità e legittimità dell’opera politica del nostro commissario regionale Totò Cuffaro, che la DC, come da noi rappresentata, dal citato XIX Congresso non ha registrato alcun provvedimento di annullamento, a norma di Statuto, non essendo mai stata proposta alcuna impugnativa interna sulle proceduralità di quell’assise, nei termini previsti, né vi è, a tutt’oggi, alcun provvedimento giudiziale dichiarativo di qualsivoglia vizio di nullità del Congresso citato. Si rileva, inoltre, che contrariamente a quanto si dice falsamente nella dichiarazione della signora Scaravaggi non esiste alcuna sentenza che statuisca alcunché nei confronti della Democrazia Cristiana come qui rappresentata dai sottoscritti. Mentre le sentenze cui si allude, il cui iter giudiziario si è concluso con la nota Sentenza di Cassazione 25999 del 2010, oltre a sancire la mancanza di titolo in capo ad alcuni sedicenti continuatori, hanno affermato e riconosciuto che la DC non si è mai ritualmente sciolta. Constatazione che ha legittimato la richiesta, poi asseverata nella sua conformità allo Statuto, da un provvedimento giudiziale del 2016 con cui si dava l’abbrivio al processo riorganizzativo di questa forza politica rappresentata dallo scudo crociato”.