Non basta avere milioni di follower e non basta stringere un accordo personale-commerciale con i massimi stilisti mondiali perché questi accettino l’invito alle tue nozze, come hanno scoperto all’ultimo momento Chiara Ferragni e Federico Lucia, in arte Fedez. A dispetto di quanto scriveva un paradossale comunicato dello champagne Ruinart, fornitore dell’evento, il matrimonio siciliano fra l’influencer e il rapper non sembra essere stato il “royal wedding italiano”, quanto una bella festa in stile Coachella fra due ragazzi diventati ricchi e i loro aspiranti emuli.
Elevatissime le defezioni, soprattutto fra gli stilisti che, pure, avevano non solo disegnato ad hoc abiti per la sposa, le damigelle, lo sposo eccetera, ma ne hanno fatto occasione di vendita (tirature limitate a partire da domani). Spiace molto, perché il duo Chiara-Fedez rappresenta l’unica incarnazione del sogno italiano al successo partendo da zero. Il problema è che la maggior parte degli stilisti, partendo dallo stesso grado zero, dunque essendo costretti allo stesso arrembaggio sociale per vendere al meglio il proprio marchio, cercano continuamente una legittimazione che i due, per il momento, non sono ancora in grado di offrire. La spiegazione ai tanti no ricevuti e alle tante defezioni sta tutta qui. Per Becky Sharp e il colonnello Crawley non è ancora arrivato il momento di ricevere il duca di Steyne o di essere presentati a corte. La lunga strada dalla periferia al centro storico non è ancora stata percorsa fino al punto d’arrivo. Thackeray non sbaglia mai.